”Più licei? Rafforziamo gli istituti tecnici”
La formazione professionale in Alto Adige si conferma un tassello decisivo per l’occupazione giovanile. I dati diffusi dalla Provincia autonoma di Bolzano relativi all’anno formativo 2023/24 mostrano infatti che, a un anno dal diploma o dalla qualifica, il 65% dei ragazzi risulta già occupato. Alcuni istituti si distinguono con risultati ancora più elevati: il CTS Einaudi di Bolzano raggiunge il 71% di occupati, le scuole professionali Mattei di Bressanone il 70% e il Marconi di Merano il 67%. Numeri che si collocano in linea con gli standard europei, a conferma dell’efficacia di un sistema che mantiene un filo diretto con il mondo del lavoro. Non mancano tuttavia elementi critici, come la prevalenza di contratti a termine e le differenze tra indirizzi formativi.
Per la UIL Scuola questi dati confermano la necessità di continuare a investire nella formazione tecnica e professionale. Lo sottolinea il segretario regionale Marco Pugliese: «In un contesto sociale dove si punta con una certa ossessione alla liceizzazione dei ragazzi è giusto e doveroso valorizzare anche i non licei. La tradizione italiana delle scuole tecniche è di altissimo profilo: arrivano anche dalla Cina per copiarci. I dati delle Borse Lavoro sono chiarissimi: nei prossimi anni serviranno manutentori, artigiani, tecnici altamente specializzati, quindi è fondamentale formarli. C’è un po’ una mania a creare nuovi licei quando basterebbe potenziare i poli tecnici e inserire quelle materie umanistiche che arricchiscono la preparazione, come la filosofia o la letteratura italiana, già presenti con forza negli anni ’50 e ’70. Marchionne era laureato in filosofia e molti manager hanno formazioni umanistiche: riportare queste competenze dentro le scuole tecniche e investire di più su questo segmento sarebbe una scelta lungimirante».