Società

Piero Pelù a Firenze: «Se uno che ha i busti di Mussolini in casa mi dice di non votare, io ci vado»

Piero Pelù torna a far sentire la sua voce, e non solo per cantare. A Firenze, nel cuore del quartiere dell’Isolotto, il frontman dei Litfiba ha partecipato a un’iniziativa promossa dalla Cgil insieme al segretario Maurizio Landini per sostenere la campagna referendaria e invitare i cittadini ad andare alle urne.

L’artista ha preso la parola dopo aver cantato, e il suo intervento ha subito catturato l’attenzione del pubblico. «Siamo qui perché ci crediamo ancora in quella cosa che si chiama referendum», ha detto. «Naturalmente ognuno è libero di votare quel che ca**o gli pare, ma ci deve andare. In un momento in cui lo sfascio generale della democrazia in Italia ogni giorno viene fatto a pezzi, andare a far sentire la nostra voce attraverso un voto al referendum è fondamentale».

E, attaccando direttamente il presidente del Senato Ignazio La Russa, ha aggiunto: «C’è un altro punto. Se uno che ha i busti di Mussolini in casa mi dice di non andare a votare, io ci vado a votare i referendum, ca**o! Eccome se ci vado!».

Non è la prima volta che il cantante fiorentino si esprime in termini netti sull’attuale situazione politica. Nei mesi scorsi aveva accusato su Instagram il governo in carica di essere «di ultra destra» e di tentare di nascondere i richiami al passato fascista: «Si sforza inutilmente di negare qualsiasi similitudine col fascismo di Mussolini (quello dell’olio di ricino, degli oppositori confinati e ammazzati, quello del colonialismo assassino, delle leggi razziali, della guerra insieme a Hitler che fece 40 milioni di morti… ricordiamolo). Però poi mena e arresta chi manifesta disarmato per la pace, per i diritti alla casa, per il lavoro sicuro e garantito, per lo studio, per la sanità pubblica e attacca la libertà di stampa e l ’indipendenza dalla magistratura».

Sul palco fiorentino Piero Pelù ha voluto anche esprimere la sua solidarietà al popolo palestinese. Ha tirato fuori una bandiera con i colori della Palestina, mostrandola alla piazza e annunciando: «Da domani la appendo alla finestra di casa mia».


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