Piciocchi: “Evitare l’aumento Imu si può, la giunta ha mentito sulla variazione di bilancio”
Genova. Pietro Piciocchi per otto anni è stato “l’uomo dei numeri” a palazzo Tursi e lunedì, quando in commissione consiliare arriverà la discussione sulla manovra di riequilibrio di bilancio, è pronto a dare battaglia. L’ex vicesindaco, oggi capogruppo di Vince Genova all’opposizione, dice: “Presenterò un emendamento per evitare che si debba aumentare l’Imu, vi assicuro che è possibile”.
Giovedì scorso, nella conferenza stampa organizzata dalla minoranza per polemizzare contro le decisioni della giunta Salis in materia di bilancio, Piciocchi aveva già accennato alla possibilità che per reperire risorse per il cosiddetto assestamento di fine luglio ci potessero altre leve su cui fare pressione.
Oggi va oltre: “Ho studiato le carte, la variazione non è da 25 milioni ma da 49, perché oltre ai 26 milioni di entrate da nuovi titoli, in cui si inserisce anche la manovra sull’Imu, hanno applicato altri 23 milioni di accantonamenti che avevo fatto io, quindi che mancassero 50 milioni all’appello era una falsità“.
Quali sarebbero quindi le altre leve attraverso cui recuperare risorse per il riequilibrio di bilancio? In particolare per reperire i 5,5 milioni previsti dall’aumento Imu?
“L’incremento dell’imposizione fiscale è sempre l’extrema ratio. Certamente è la soluzione più facile per chi amministra svogliatamente. Ma è di gran lunga la peggiore. Io mi domando anzitutto quale sia la reale necessità di questa manovra poiché la giunta in un mese e mezzo ha continuato a cambiare i numeri. Dicevano che servivano 50 milioni e ora fanno un riequilibrio per 26, di cui circa 20 improvvisamente spuntati in pochi giorni tra la pieghe del bilancio. Chiaramente è davvero tutto poco plausibile. Io conosco molto bene questi meccanismi e vi dico con certezza che non c’è nessun buco e che il nostro, almeno fino a quando amministravamo noi, era un bilancio certamente in tensione, come quello di tanti Comuni in Italia, ma sempre ordinato e promosso dalla Corte dei Conti”.
Quindi il suo successore Alessandro Terrile cosa avrebbe dovuto fare?
“A proposito di altre leve, ne individuo almeno due: la prima è la revisione in aumento di alcuni trasferimenti che lo Stato deve al Comune di Genova e sui quali io avevo aperto una fruttuosa trattativa con il ministero delle Finanze. La seconda attiene alla valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’ente: in questi mesi abbiamo assistito alla sistematica demonizzazione del Waterfront di Levante da parte della giunta Salis e io vi dico che loro non hanno capito che quella è una miniera d’oro per il Comune. Abbiamo lasciato in eredità a questa amministrazione la possibilità di commercializzare oltre duecento posti barca nei nuovi canali, di sfruttare le rendite dei nuovi parcheggi e la vendita dei diritti di naming del palasport. Anziché disprezzare e bloccare questo intervento per puro odio ideologico, ci dovrebbero ringraziare, facendola finita una buona volta di piangersi addosso allo scopo di cercare pretesti per infierire sui cittadini.
E’ vero che l’aliquota Imu sui canoni concordati è uno dei pochi meccanismi su cui il Comune poteva agire a livello di imposte?
“È vero semmai il contrario, nel senso che questo è l’unico meccanismo che la giunta non doveva azionare perché è del tutto controproducente non solo sul piano politico ma anche su quello tecnico. Sul primo si è già detto molto in questi giorni: una misura che mai ti saresti aspettato da chi si professa progressista e sul tema della casa ha impostato la propria campagna elettorale”.
E sul piano tecnico?
“Io avevo lavorato sulla questione Imu per le abitazioni affittate a canone concordato nel 2018 e avevo raggiunto un accordo con il dipartimento delle Finanze: in breve, siccome a Genova questo tipo di locazione stava dilagando, con un’importante erosione del gettito dell’Imu, avevo portato la questione a Roma, riuscendo ad ottenere dallo Stato un ristoro pienamente compensativo di questa minore entrata, un ristoro calcolato in modo analitico sulle singole unità immobiliari interessate dall’agevolazione. Questo riconoscimento è stato poi consolidato per gli anni successivi. Una grande vittoria. Ebbene, per effetto di questa sciagurata manovra, dal prossimo anno lo Stato ridurrà i trasferimenti al Comune. Inoltre, per effetto dei meccanismi di funzionamento del fondo di solidarietà comunale, più aumenta la capacità fiscale del Comune e più ti decurtano i trasferimenti: a questa regola non si sfugge e la scelta di Salis è stata davvero con il fiato corto e autolesionista per le politiche di consolidamento strutturale delle finanze del Comune. Ecco che per mettere una pezza quest’anno hanno aperto un buco per gli anni successivi. Anche per questo motivo mi sono sempre rifiutato di azionare questa iniqua ed inutile leva su cui – sono onesto – in passato avevo ragionato con gli uffici”.
L’attuale giunta ha parlato di 51 milioni mancanti chiesti complessivamente dalle varie direzioni. La manovra è da 25,3 milioni ed è stato spiegato che serve a garantire servizi su sociale, scuole, pulizia rivi e manutenzioni. Approva almeno la scelta di destinare quei fondi a questi settori?
“Ho esaminato la delibera e intanto diciamo che la manovra è di 49 milioni. Dicevano che mancavano 50 milioni e questa è la riprova che hanno detto il falso perché l’aumento dell’Imu ne porta solo 5. Ridimensioniamo poi il valore di questa manovra che è stata celebrata come se si trattasse di qualcosa di eccezionale: è una comune variazione incrementativa di bilancio per consentire di dare continuità alle attività ordinarie dell’Ente, senza nulla aggiungere di nuovo. Lo scorso anno, ad esempio, ho fatto 15 variazioni di questo tenore con la differenza che non ho aumentato la pressione fiscale e non ho usato la gran cassa mediatica per dire che davo i soldi a scuola, sociale e manutenzioni. A differenza di quanto vogliono fare credere, questa manovra non sottende alcuna scelta politica di rilievo ma è di pura continuità nell’allocazione delle risorse“.
Piciocchi, lei più volte ha sottolineato come con il centrodestra il Comune abbia sempre chiuso in pareggio e recuperato rispetto al debito. Allora perché oggi i conti non tornano?
“È proprio così: in otto anni otto bilanci chiusi non in pareggio ma addirittura in avanzo di amministrazione. E con il debito del Comune ridotto di oltre 200 milioni di euro. Questi sono dati oggettivi. In otto anni abbiamo sempre risolto i problemi senza fare vittimismi e senza mai dare alla Città comunicazioni così negative per la mancanza di soldi. Loro stanno drammatizzando situazioni di normale tensione finanziaria nei bilanci dei Comuni italiani in un contesto di aumento generalizzato della spesa che va gestito. Non so se per dilettantismo o malafede”.
Le variazioni e gli assestamenti di bilancio ci sono state anche in passato. A quanto ammontavano?
“Io posso dirvi che nel 2024, con le 15 variazioni di cui parlavo, abbiamo recuperato qualcosa come 170 milioni di euro in parte corrente rispetto al previsionale. Lo abbiamo fatto potenziando la riscossione, sfruttando precedenti avanzi, aumentando gli utili di alcune aziende partecipate come FSU – che abbiamo quasi triplicato rispetto al 2017 – rinegoziando il debito, contrattando aumenti di trasferimenti con lo Stato, vendendo beni del patrimonio e con tante altre iniziative che ho promosso. Io non ho mai guardato in faccia a nessuno in questi anni quando si è trattato di difendere il bilancio del Comune e ho portato quattro volte il governo davanti alla Corte costituzionale per contestare norme di leggi finanziarie che avevano penalizzato Genova, ottenendo importanti risultati di cui questa giunta sta ancora beneficiando. Insomma, lo dico con rispetto e senza presunzione, il nostro approccio era decisamente più proattivo nella ricerca delle risorse“.
Pensa che la discussione in commissione potrà portare qualche correttivo?
“L’unico vero correttivo sarebbe cancellare questa orribile misura. Ma non sentono ragioni, parlano di ascolto e di condivisione ma poi tirano dritto, comunicando a cose fatte con le associazioni di proprietari e inquilini e contingentando la discussione in Consiglio comunale. E sa qual è la cosa che mi ha ferito di più? Che la sindaca non ci ha messo la faccia, lei le associazioni non le ha proprio incontrate, delegando, come sempre, il vicesindaco a prendersi tutte le rogne“.
Pensa ci saranno altri aumenti delle tasse da parte dell’attuale governo comunale?
“Non poteva esserci peggiore inizio. Il primo mese di lavoro di una nuova giunta dovrebbe caratterizzarsi per una grande vivacità di iniziative e azioni: qui invece è tutto fermo, ogni giorno assistiamo a piagnistei e al gioco dello scaricabarile e il primo provvedimento è stato quello dell’aumento dell’Imu, andando a colpire le fasce più deboli. Se questo è l’approccio, non mi stupisco più di niente da parte di questa giunta ma è certo che combatteremo in ogni sede per evitare che si consumino ulteriori tradimenti ai danni dei cittadini genovesi”.