Piccole comunità a difesa del proprio territorio :: Segnalazione a Chieti
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Nando Marinucci, ex assessore e consigliere comunale di Torrevecchia Teatina
Crca 1/6 della popolazione italiana vive in comuni con meno di cinquemila abitanti; comunità piccole che a volte sembrano escluse dai grandi fatti nazionali, a volte sembrano quasi di disturbo se no d’intralcio nelle decisioni, cosiddette, importanti. Comunità inesistenti, stranamente eluse in certi progetti e nei grandi fatti, così come spesso capita di registrare anche nel nostro piccolo Abruzzo.
Senza andare molto lontano nel tempo, nei modi ma soprattutto nei luoghi, siamo a Torrevecchia Teatina, in uno di quei piccoli Comuni, al centro del triangolo urbano Chieti Pescara Francavilla, e qualche tempo fa ho avuto modo di mettere in atto ogni forma di resistenza contro la dislocazione proprio sul nostro piccolo territorio comunale di una Mega Centrale di Trattamento Rifiuti; una vera e propria bomba ecologica, proprio a poca distanza dal centro cittadino.
Una lotta contro un debole e consenziente sistema politico – amministrativo, contro uno strano congegno d’affari e d’interessi oscuri, e contro tanto altro ancora; una lotta che ci ha letteralmente sfiancato, fra l’altro ero capogruppo consigliere d’opposizione, entrato in Consiglio comunale, costretto proprio da una curiosa unione di maggioranza e minoranza per il dominio del territorio.
Una lotta feroce e deleteria che alla fine, però, portò i frutti agognati; una vittoria totale con la rinuncia degli attivisti di quel pericoloso progetto, ma che comunque costò molto cara alla comunità per via dei gravi salassi giudiziari a carico delle casse comunali.
Da qualche giorno, a circa cinquecento metri dal sito di quella megacentrale non realizzata, sono in corso alcuni lavori che prefigurano la realizzazione di un altro grande intervento, un impianto elettrico di primaria importanza calato dall’alto.
Nonostante l’impatto ambientale, anche degli scavi in corso, in un luogo a destinazione esclusivamente agricola, non ancora è dato conoscere la vera entità, ovvero la consistenza di questo grande insediamento.
Informazioni ancora difficili da trovare e per quelli reperiti davvero impossibili da comprendere, data la specificità del settore.
Anche se la comunità locale adesso sembra tutta interessata, con cittadini molto attivi, comitati civici in azione ed amministrazione pubblica protesa all’informazione, tutto comunque sembra confermare quella sorta di declassificazione, mortificazione e depotenziamento delle strutture locali di governo: tutto passa sopra ed in modo silente.
Una democrazia che degenera, un sistema di potere che verticalizza, un meccanismo che decide e sovrasta: segni autentici dei tempi che stiamo vivendo ?
La tradizione vuole che ogni opera contraddistingua il senso di un progresso (viva il progresso); la democrazia vorrebbe la partecipazione del popolo nelle decisioni (viva la democrazia); il buon senso vorrebbe almeno un saluto quando si giunge in un luogo (viva l’accoglienza); la speranza è invece tutta riposta nella buona fede di chi opera nella verità delle cose e speriamo che tutto abbia il giusto indirizzo, altrimenti mano agli strumenti di difesa e tutela delle nostre bellezze.
Source link