Piastri vince davanti a Norris, terzo posto per Leclerc
Una gara infinita, stoppata nel giro di ricognizione per la pioggia, prima della partenza ufficiale un’ora e 20 minuti dopo. A Spa è arrivata l’ottava vittoria della carriera di Oscar Piastri, davanti a Lando Norris (2° e ancora troppo confusionario in pista) e alla Ferrari di Charles Leclerc (3°), di un soffio davanti alla Red Bull di Max Verstappen (4°). Per il team papaya si tratta della decima vittoria in stagione, come non accadeva da venti anni, mentre l’ultima doppietta a Spa era arrivata nel 1999 (Coulthard- Hakkinen). Quinto George Russell, davanti alla Williams di Alexander Albon (6°) e all’altra Ferrari di Lewis Hamilton (7°), agevolato dall’aver anticipato la sosta per le gomme slick e di rimonta, dopo essere partito dalla pit-lane. Hanno chiuso la top-10: Liam Lawson (8°), Gabriel Bortoleto (9°) e Pierre Gasly (10°). Weekend complicatissimo per Andrea Kimi Antonelli, solo 16° davanti a Fernando Alonso e Carlos Sainz. La prossima settimana si corre in Ungheria, prima della pausa estiva.
La gara
Chi temeva in una gara di soli tre giri come nel 2021, a causa della pioggia, ha poi dovuto ricredersi. Dopo un’ora e venti le vetture sono partite dietro alla Safety Car, compiendo più giri del dovuto nonostante l’asfalto oramai privo di tratti eccessivamente bagnati. Per questo ha sorpreso la decisione Fia di partire con un rolling start (la partenza dietro all’auto di sicurezza), quando la standing sarebbe stata possibile. È stato accontentato soprattutto Norris, che non avrebbe voluto partire dalla griglia perché (a suo dire) il lato di partenza era più bagnato, ma nonostante tutto Piastri ha fatto vedere ancora il talento che è, dato che già alla partenza, in fondo al rettilineo del Kemmel, era davanti al compagno, piuttosto piantato.
Quando la classe non è acqua, insomma. Perché Piastri quando sceglie di passare lo fa, e non sbaglia quasi mai, mentre Norris ha commesso tre bloccaggi in fase di inseguimento nella seconda parte di gara, mentre l’australiano aveva le medie oramai alla frutta ma è stato comunque ottimo in fase di gestione. Errori che hanno fatto perdere quasi 4 secondi fondamentali al britannico per attaccare il rivale all’ultimo giro. E invece no, Lando ha sbagliato ancora e ha chiuso dietro a Oscar a 5”, dimostrando ancora una volta le ennesime lacune mentali che lo avevano portato da uno specialista per affrontarle in inverno. Un peccato per lui, perché in Piastri queste vittorie portano una convinzione e una sicurezza maggiori per arrivare al primo titolo Piloti della carriera, a svantaggio di Lando. “Il mio compagno ha meritato la vittoria — ha ammesso Norris a fine gara — ha fatto un ottimo lavoro, è entrato con più convinzione all’Eau Rouge approfittando della scia ed è passato”.
Dietro Leclerc è stato bravo a sapersi difendere da Verstappen, prendendo sempre quel gap di vantaggio in fondo al Kemmel e resistendo tra le curve. Uno “svirgolata” alla Source poteva farlo finire dietro, poi però il giro seguente ha trovato un vantaggio di 5 decimi ed è arrivata la sosta, anticipata da una Ferrari stavolta ottima che ha trovato la finestra giusta per passare dalle intermedie alle slick (così hanno fatto Hulkenberg e Alonso) con Hamilton, inserendo gomma gialla dopo 12 giri. Il pilota di Stevenage ha iniziato a volare in pista, tanto che il giro seguente sono entrati Piastri, Leclerc (col rischio sventato di una unsafe release nella fast lane con Albon) e Verstappen, sempre per montare le gialle. Al 14° giro è tornato dentro Norris, per inserire le dure.
La Ferrari “sorride”
La gara ha preso così una piega precisa: Norris ha puntato sull’unica sosta con le slick, cercando di impensierire nel finale Piastri se l’australiano avesse puntato alla stessa strategia, avendo le gomme più consumate. Leclerc e Verstappen hanno fatto come l’australiano. Con l’assetto nettamente più scarico rispetto alla Red Bull, che favoriva la Ferrari sull’asciutto, il monegasco ha allungato sui 2”2 di vantaggio sull’olandese, mantenendo questo vantaggio per quasi tutta la gara. La scelta di un assetto più carico non ha agevolato il quattro volte iridato, rispetto a quella più scarica che si era vista nella Sprint Race vinta sabato. Verstappen poteva avere una chance nel finale, per il bloccaggio di Leclerc che ha fatto scivolare il numero 16 a solo un vantaggio di 1”2 sull’olandese, diventato per un momento 1”083, ma Max non ha preso mai Drs ed è tornato dietro, chiudendo a 1”5 alla bandiera a scacchi.
Per Maranello insomma è un piccolo sorriso, di un team più pimpante nelle scelte gara come non era capitato a Silverstone. Lo si è visto proprio nella scelta del team con Hamilton, che grazie al pit anticipato si è trovato da 12° a 7°, dopo un avvio di gara coraggioso dalla pit lane (come lui anche Antonelli, Sainz e Alonso) — dopo aver cambiato power unit e rivisto l’assetto, più carico considerando il bagnato — ma non riuscendo nel finale a superare Albon, con una Williams tradizionalmente in configurazione più scarica sulle piste veloci e rapida soprattutto in rettilineo.
Un piccolo sospiro di sollievo per la Ferrari, considerando che a inizio weekend erano divampate le critiche per una macchina che non si era accesa nonostante la nuova sospensione posteriore portata. Poi il team ha capito meglio il pacchetto e l’auto è migliorata, come entrambi i piloti di casa avevano ammesso dopo le qualifiche di sabato (“La macchina andava bene, ho sbagliato io”, le parole di Lewis dopo l’uscita nel Q3 per un track limit). Un piccolo segnale di ripresa sulla pista dove l’anno scorso è iniziata la rimonta nei Costruttori, arrivata fino ad Abu Dhabi contro la McLaren. Intanto, escluso il talento e qualche vittoria di Verstappen, la scuderia emiliana si è confermata come seconda forza dietro alla McLaren.
Delle altre, la Mercedes è stata a due facce. Russell in configurazione scarica è sempre stato più veloce di Antonelli, in lacrime sabato dopo la seconda eliminazione nel Q3 e autore di una gara difficile come prevedibile. Il britannico invece è arrivato a 5 decimi su Verstappen, ed è poi misteriosamente tornato ben più dietro dell’olandese (specie nel secondo e terzo settore), nonostante le Frecce d’Argento prediligano le piste con poche curve di percorrenza e le condizioni più basse dell’asfalto. Inspiegabile infine la scelta Sauber di richiamare nel finale Hulkenberg per la seconda sosta, quando Nico era 10° e sarebbe andato a punti. Il team svizzero si è spaventato dall’arrivo dell’Alpine di Gasly, che però non stava impensierendo. Un passo indietro dopo il podio del tedesco a Silverstone. Con il giro di boa del Mondiale già fatto, ora tutti in Ungheria.
Source link