Piano Enel agita i sindacati: a Terni impianti idroelettrici senza cabina di controllo
Durante l’incontro del 2 dicembre con le segreterie nazionali, Enel ha annunciato la chiusura del posto di teleconduzione di Terni. Lo riferiscono in una nota i sindacati Filctem, Flaei e Uiltec provinciali e regionali: «Confermate quelle che erano le nostre preoccupazioni e paure, queste erano le reali intenzioni della società fin dall’acquisizione degli impianti idroelettrici da Erg. Si tratta di una scelta scellerata che oltre a ripercuotersi sui lavoratori, rappresenta un affronto al territorio sia in termini politici che in termini di sicurezza idraulica: gli impianti – spiegano – sarebbero privati della cabina di controllo locale».
Filctem-Flaei-Uiltec «Quale sarà – tuonano -la prossima mossa per destrutturare ulteriormente gli assets che hanno contribuito a fare la storia industriale del territorio? Quando si investirà sugli impianti e sulle dighe? Le reali intenzioni di Enel sugli asset dell’idroelettrico in Umbria purtroppo sono ben lontane da quelli che erano gli impegni che l’azienda aveva precedentemente assunto. Si era parlato di nuovi investimenti e nuove funzioni aziendali; invece, nulla di tutto ciò. Piuttosto conferma la sua inaffidabilità.
Sindacati sul piede di guerra «L’Enel – ricordano i sindacati – circa tre anni fa durante la fase di acquisizione dell’asset idroelettrico di Erg, dichiarava per il posto di teleconduzione di Terni, non solo la volontà del suo mantenimento, ma anche del potenziamento rispetto al numero di impianti da gestire e l’intenzione di nuovi possibili investimenti. Solo false promesse! Sin dall’inizio non eravamo convinti dell’affidabilità delle dichiarazioni. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questo depauperamento dell’idroelettrico da parte di Enel. Questa è e dovrà essere una battaglia del territorio, per questo coinvolgeremo le istituzioni tutte per aprire un tavolo di confronto con l’obiettivo di far tornare Enel sui propri passi. L’idroelettrico rappresenta la storia del nostro territorio e non permetteremo che venga ulteriormente destrutturato».
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