Pescara-Ternana, Abate: «Volevamo la vittoria, rammarico per le occasioni non sfruttate»
di Mattia Farinacci
La Ternana gioca una partita matura all’Adriatico di Pescara e paga solo l’imprecisione sotto porta nelle grandi occasioni avute nel secondo tempo. Nel finale i rossoverdi si abbassano ma non per portare a casa il risultato: «Non ci siamo accontentati e abbiamo cercato di vincerla. C’è rammarico per le occasioni non sfruttate. Si sono affrontate due squadre forti con un’anima forte. Accettiamo il pareggio e andiamo avanti. Spettacolare giocare in una cornice di pubblico così, i giocatori erano motivati a fare bene».
Il campionato e gli avversari Campionato ancora lungo e tante piazze che possono aspirare all’obiettivo grosso: «Mister Baldini non si nasconde e porta avanti i suoi valori nel gruppo, sono gli stessi in cui credo io. Pescara e Terni sono due piazze che arriveranno fino alla fine, ci sarà anche l’Entella, la Torres che tornerà sotto e la Vis Pesaro che è una sorpresa e sta facendo benissimo». Concentrandosi sulle prime tre capoliste, questi i punti di forza di ognuna evidenziati da Abate: «L’Entella è più esperta, solida e concreta; il Pescara ha tanta qualità, gioca un bel calcio e sfrutta bene le catene esterne. Noi abbiamo più esperienza, poi ognuno mette in campo le proprie armi».
La partita e il mercato In merito alla partita, il tecnico spiega le scelte tattiche che per forza di cose erano ridotte all’osso: «Nel secondo tempo c’è stato un momento dove riuscivamo a mettere pressione al Pescara, i cambi sono stati fatti tardi anche perché dietro non potevo toccare niente perché eravamo contati. Ho messo dentro le due punte e le abbiamo tentate tutte per vincere». Con l’ultima partita dell’anno che è andata in archivio, un pensiero va anche al mercato: «Sul mercato sicuramente dovremo rimpiazzare i ragazzi che si sono rotti il crociato, poi non penso che il mercato di gennaio andrà a rivoluzionare la squadra. A gennaio si rischia di rovinare il gruppo, ci sono equilibri che non vanno toccati e i nuovi vanno integrati. Poi certo non siamo tanti a livello numerico ma sceglieremo prima l’uomo che il calciatore».
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