Politica

pesa la guerra dei semiconduttori con la Cina

La Volkswagen si avvia a fermare la sua fabbrica di Wolfsburg per la produzione della Golf mercoledì prossimo. Al massimo, secondo la Bild, lo stop potrebbe essere posticipato di qualche giorno qualora dovessero rivelarsi sufficienti le scorte di semiconduttori. Successivamente dovrebbe essere valutato anche lo stop per la produzione della Tiguan. Sempre il quotidiano tedesco riferisce che mercoledì dovrebbe iniziare la riduzione dell’attività anche nella fabbrica di Zwickau. Inizialmente saranno interessati gli stabilimenti del marchio principale Volkswagen, successivamente anche la produzione di veicoli Audi, Seat/Cupra e altri marchi.

Al momento Volkswagen non ha rilasciato direttamente un comunicato ma ha fatto sapere di “essere in contatto con tutti i soggetti interessati per identificare in tempo possibili rischi e poter decidere sulle misure da adottare”. Ma in una lettera inviati ai dipendenti non ha nascosto di “non poter escludere di sospendere la produzione”. La crisi potrebbe coinvolgere l’intero settore automobilistico. Anche Mercedes esprime preoccupazione per l’attuale situazione, anche se al momento non è in grado di effettuare prognosi affidabili. Per Hildegard Mueller, presidente della Vda, l’organizzazione delle aziende del settore, “se l’interruzione delle forniture di chip Nexperia non potrà essere risolta a breve termine, la situazione potrebbe portare già nel prossimo futuro a notevoli limitazioni della produzione, se non addirittura a un arresto della stessa”.

Secondo il quotidiano economico Handelsblatt la crisi potrebbe allargarsi anche oltre il settore automobilistico: tutte le aziende europee operanti nel settore aerospaziale e della difesa utilizzano chip Nexperia provenienti dalla Cina, la percentuale sale al 95% nel settore dell’ingegneria meccanica e all’86% in quello della tecnologia medica. “Le cause delle difficoltà non risiedono nella gestione delle catene di fornitura del gruppo Volkswagen. Sono determinanti fattori esterni che riguardano questi singoli fornitori”, così ancora l’azienda tedesca ai suoi dipendenti. Ecco perché non solo Volkswagen sta operando pressioni sulla politica perché sia trovata una soluzione alla crisi.


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