Umbria

Perugia, l’opposizione torna sul tema sicurezza: «Serve nucleo specializzato della municipale»


Nucleo specializzato di polizia municipale, operazioni mirate nei quartieri critici e potenziamento della videosorveglianza sono alcuni degli interventi concreti proposti dall’opposizione.

La conferenza stampa Martedì mattina a Palazzo dei Priori l’opposizione consiliare ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il proprio quadro sulla sicurezza urbana a Perugia, definendo la situazione «una città che da mesi lancia un allarme evidente, a cui l’Amministrazione non sta dando risposte adeguate». I consiglieri hanno detto di voler portare all’attenzione pubblica sia i dati ufficiali sia le denunce dirette dei cittadini sul degrado e sulla microcriminalità che, secondo loro, segnano la vita quotidiana in molti quartieri.

I numeri I dati citati dall’opposizione si richiamano all’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita 2025, relativa alle province, da cui emerge che «Perugia crolla al 76º posto nella sezione Giustizia e sicurezza, perdendo 14 posizioni in un anno». L’opposizione ha richiamato numeri specifici ritenuti critici, come l’indice di criminalità, il rilevante numero di furti in abitazione e l’aumento di reati per cui è segnalata anche una crescente percezione di insicurezza tra le famiglie. Alla fotografia del quotidiano si sommano, hanno detto i gruppi di minoranza, i dati contenuti nella relazione annuale del procuratore generale di Perugia, che indicano un aumento dei furti in abitazione e dei reati contro la persona, con un segnalato incremento dei reati commessi da minorenni.

Tutto è permesso Secondo i consiglieri il sentimento che si respira nei quartieri, nei bar e nelle chat di zona è che «sembra che ormai tutto sia permesso». Per gli esponenti di minoranza questo clima non è frutto di percezioni isolate ma è confermato dai trend statistici citati. I consiglieri hanno riconosciuto che a livello nazionale sono stati attivati strumenti e risorse, come aree a maggior controllo, fondi per la videosorveglianza e risorse destinate a iniziative nelle scuole, ma hanno sottolineato che «le misure nazionali non bastano se il Comune resta fermo». Per l’opposizione manca un piano locale organico che coordini risorse statali e iniziative comunali in modo da incidere davvero sulla sicurezza dei quartieri.

Le proposte Tra le proposte presentate figurano la creazione di un nucleo specializzato della polizia municipale dotato di formazione e strumenti adeguati, operazioni mirate in aree identificate come più critiche della città, controlli su mercati irregolari e una collaborazione stabile con prefettura e questura. È stata inoltre sollevata la necessità di un rafforzamento della videosorveglianza (altre telecamere arriveranno nei prossimi mesi in diverse zone della città) e della lotta al degrado urbano, insieme al ripristino di un assessorato con responsabilità specifiche sulla sicurezza per garantire una responsabilità politica chiara e continua.

Ordine del giorno L’opposizione ha anche annunciato l’intenzione di presentare un ordine del giorno sulla sicurezza urbana per richiamare il ruolo del Comune, citando come punto di riferimento le disposizioni normative vigenti. Sul tema dell’accesso a sistemi informativi specifici è stata precisata una questione tecnica: «il Comune non può abilitare la polizia locale all’uso del Sistema d’indagine interforze, ha detto la minoranza, per ribadire che l’uso di quel sistema è regolato a livello nazionale e riservato alle forze di polizia autorizzate.

Donato Il riferimento è a quanto detto nelle scorse ore da Antonio Donato, (M5S), consigliere delegato alla sicurezza che ha presentato un odg per chiedere alla giunta di attivarsi affinché là municipale «possa accedere allo Sdi, il principale archivio informativo del ministero dell’Interno». Un sistema che «permetterebbe agli agenti – prosegue Donato – di di verificare in tempo reale precedenti, provvedimenti e segnalazioni relativi alle persone controllate, superando l’attuale necessità di richiedere ogni informazione alla questura attraverso la centrale operativa». In molte altre città, sottolinea Donato, sono stati attivati protocolli ad hoc.

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