Umbria

Perugia, l’Archeologico chiude per 20 mesi: maxi riqualificazione da 7 milioni


Dal 1° agosto il Museo archeologico nazionale dell’Umbria chiuderà per almeno venti mesi per un intervento di riqualificazione da oltre 7 milioni di euro che trasformerà radicalmente spazi, impianti e percorsi espositivi. L’obiettivo è rendere il Manu uno dei poli culturali più moderni e accessibili della regione, unendo tutela, innovazione e inclusione.

I lavori Il cantiere interesserà l’intero complesso monumentale di San Domenico, con lavori di consolidamento antisismico del chiostro maggiore e di quello minore, sostituzione dei tetti, adeguamento antincendio e rinnovamento completo degli impianti termici ed elettrici. Gli interventi puntano anche all’efficienza energetica. Parallelamente sarà realizzato un nuovo allestimento museale, con un percorso cronologico e tematico che guiderà il visitatore dalle civiltà preistoriche fino al Tardo antico, arricchito da supporti multimediali e soluzioni per favorire la fruizione da parte di tutti, comprese le persone con disabilità fisiche, cognitive o culturali.

Più reperti La riorganizzazione consentirà di esporre opere e reperti oggi custoditi nei depositi, ampliando l’offerta espositiva. L’attuale chiusura non fermerà l’attività culturale: nella biblioteca del museo continueranno eventi, conferenze, laboratori, concerti e consultazioni bibliografiche. Sono inoltre previste mostre temporanee in collaborazione con istituzioni locali e nazionali, progetti con scuole e università, e contenuti digitali sui canali social per raccontare in diretta l’avanzamento dei lavori.

I finanziamenti Il progetto è finanziato attraverso diversi programmi ministeriali e piani strategici, tra cui fondi destinati alla riduzione della vulnerabilità sismica, al restauro, all’efficientamento energetico e alla creazione di nuovi spazi e ingressi. In totale, l’investimento supera i 7 milioni di euro. Le attività sono già iniziate con il consolidamento del chiostro maggiore e la sostituzione delle coperture. La riapertura è prevista, salvo imprevisti, non prima della primavera del 2027.

Potenziale enorme «Credo fermamente – scrive Costantino D’Orazio, direttore dei Musei nazionali di Perugia – che il potenziale del Manu sia enorme e questi imponenti lavori saranno utili a esprimerlo al massimo. Una volta riaperto, il museo costituirà una finestra accattivante, accessibile e coinvolgente sulla storia dell’Umbria attraverso millenni, dalla Preistoria al Tardo antico». «Si tratta di una grande occasione di rinnovamento per il Museo – spiega Tiziana Caponi, direttrice del Manu – che prevede la possibilità di organizzare in maniera organica un percorso di allestimento comunicativo e valorizzare le collezioni esposte e presenti nei depositi con nuove chiavi di lettura».

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