Umbria

Perugia, intitola un’area verde a Piero Cenci. Presto anche una borsa di studio


Si è tenuta sabato a Perugia la cerimonia di intitolazione di un’area verde a Piero Cenci, adiacente a via Checchi, in zona Cupa, nei pressi dell’abitazione in cui il giudice visse fino alla morte, arrivata nel 2009. Presenti l’assessore ai servizi civici Edi Cicchi, l’assessore allo sviluppo economico Gabriele Giottoli, il consigliere Paolo Befani, i familiari del giudice (la moglie, i figli, i nipoti), numerosi tra avvocati, magistrati e universitari.

Dopo il ricordo della vice presidente dell’ordine degli Avvocati Silvia Egidi, è stato uno dei figli, Daniele Cenci, a ricordare il padre, ringraziando in primis l’Amministrazione per aver voluto e concesso l’intitolazione a 14 anni dalla morte. Daniele Cenci ha definito il padre una persona di grande tratto umano che ha riservato durante la sua vita e nel lavoro assoluta attenzione per i deboli, in particolare i giovani in stato di disagio e le vittime dell’usura. Cenci ha infine annunciato che, d’intesa con l’Università, dipartimento di Giurisprudenza, la famiglia di Piero Cenci intende istituire una borsa di studio in favore del laureando in diritto di famiglia più meritevole.

«Oggi questa area – ha detto Cicchi – diventa viva per la presenza di una targa che ricorda un uomo che è stato esempio di vita per la sua vocazione ad aiutare i giovani, specialmente quelli in situazioni di disagio, sempre con impegno, umanità e sensibilità. Piero Cenci, nel corso della sua lunga carriera, ha avuto ben chiara la strada da seguire e lo ha fatto con saggezza».

Cenci, nato e vissuto a Perugia, ha conseguito nel capoluogo umbro dapprima il diploma di maturità classica e poi la laurea in giurisprudenza. Proprio nella sua città ha svolto la parte più significativa della propria attività professionale di magistrato dapprima in Pretura, poi quale giudice del Tribunale ordinario dal 1970 al 1979, e poi in qualità di giudice del Tribunale per i minorenni sino al 1981, di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dal 1981 sino al 2006, e infine quale Presidente del Tribunale per i minorenni fino al 2009, quando è deceduto in servizio. Dal 1998 alla morte è stato anche apprezzatissimo Presidente della Fondazione umbra contro l’usura. È stato anche autore del libro, pubblicato postumo, «Quando i giudici non indossavano lo spezzato», che ripercorre, nella prospettiva dell’operatore di giustizia e di pace, mezzo secolo di storia del nostro Paese.

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