Perugia, dagli attacchi alle calamità: a occuparsi dei dati del Comune sarà azienda umbra
di Daniele Bovi
In caso di calamità naturali, attacchi hacker o altri gravi incidenti a occuparsi dei dati del Comune di Perugia sarà un’azienda umbra. Nelle scorse ore infatti Palazzo dei Priori ha affidato il servizio di colocation in un data center certificato e la gestione del disaster recovery per il progetto «Perugia data safe». L’appalto, del valore di 95 mila euro, è stato assegnato alla società folignate Connesi. L’iniziativa rientra negli interventi per potenziare la cybersecurity finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Potenziamento Il progetto mira a potenziare la sicurezza informatica del Comune di Perugia attraverso una serie di interventi, tra cui: analisi delle vulnerabilità e piani di miglioramento per la sicurezza; formazione del personale; implementazione di strumenti per la gestione degli accessi e delle identità digitali; installazione di un’infrastruttura Nutanix per il disaster recovery su data center certificati; sistemi di protezione e firewall per la rete WiFi; backup e soluzioni di sicurezza avanzate per la protezione dei dati.
Connesi Il servizio affidato a Connesi riguarda in particolare la gestione della colocation dell’hardware Nutanix e l’intero impianto di disaster recovery. La colocation in pratica è un servizio tramite il quale le aziende mettono a disposizione spazi e infrastrutture, mentre il Nutanix, in estrema sintesi, è un sistema che integra in un’unica piattaforma server, storage, virtualizzazione e gestione. La procedura è stata condotta con urgenza per rispettare le tempistiche imposte dal Pnrr ed evitare la perdita del finanziamento di circa 1,5 milioni di euro.
Ripristino rapido Il disaster recovery è invece tutto quell’insieme di strategie e tecnologie che puntano a garantire il ripristino rapido dei sistemi informatici e dei dati in caso di incidenti gravi come attacchi informatici, guasti o calamità naturali. Insomma, un servizio essenziale oggi per garantire il pieno funzionamento di macchine complesse come quelle ad esempio di un comune. Nel caso di Perugia, l’adozione di un’infrastruttura Nutanix su un data center certificato consente di rafforzare la resilienza dei sistemi informatici, proteggendo le informazioni e garantendo la continuità dei servizi pubblici anche in situazioni critiche.
Scoccia In settimana sul tema dei data center è intervenuta anche la consigliera comunale di FdI Margherita Scoccia, sottolineando l’importanza strategica di queste strutture per l’innovazione e lo sviluppo economico della città e invitando il Comune a lavorare in tal senso. «I data center – ha detto – rappresentano un pilastro dell’economia digitale moderna e favoriscono la trasformazione tecnologica di un territorio», evidenziando come un’infrastruttura avanzata possa attrarre investimenti, aziende hi-tech e nuove opportunità lavorative. La consigliera ha inoltre ricordato che l’introduzione di un codice Ateco specifico per i data center a livello nazionale semplifica le procedure autorizzative, rendendo più agevole l’insediamento di queste strutture nei territori interessati.
Il quadro Ma qual è al momento la situazione in Italia? Attualmente nel nostro paese si contano più di 150 data center, concentrati principalmente nelle regioni del Nord, con poli strategici a Milano, Roma e Torino. Fondamentalmente queste strutture si dividono in tre categorie principali: data center di piccole dimensioni, utilizzati da singole aziende per la gestione dei propri dati; quelli di medie dimensioni, che offrono servizi di hosting e colocation a più clienti e, infine, quelli di grandi dimensioni (hyperscale), gestiti da aziende tecnologiche globali per gestire ingenti volumi di dati e traffico. Tra i servizi forniti dai data center ci sono hosting di siti web e applicazioni, colocation per server aziendali, cloud computing, backup e disaster recovery, oltre a soluzioni avanzate di sicurezza informatica.
Città e fattori in gioco Milano oggi è il principale hub digitale del paese e ospita data center di aziende come Amazon web services (uno dei colossi mondiali del settore), Microsoft Azure ed Equinix. Torino e Roma rappresentano altri poli strategici, con infrastrutture dedicate ai settori finanziario, industriale e pubblico. Per fare altri esempi, a Bergamo c’è il Global cloud data center di Aruba che è tra i più grandi d’Europa, mentre Arezzo ospita una delle principali infrastrutture di Cdlan. Specialmente per quanto riguarda le strutture più grandi si tratta di investimenti enormi, con valutazioni su più fronti: dalla disponibilità di connettività ad alta velocità a quella di energia (il tema dei consumi è uno di quelli più dibattuti a livello globale), dalla sicurezza (compresa quella ambientale) al clima fino ai costi, alla presenza di personale qualificato, la vicinanza ai clienti, il contesto economico e così via.
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