“Perse quindici unità in sette anni”
BRINDISI – Carenze di personale incidono “in senso fortemente negativo sia sull’ operatività delle segreterie dei singoli magistrati che dei servizi di cancelleria”. Il problema viene segnalato dal procuratore generale facente funzioni Giovanni Gagliotta, nella relazione letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, che si è svolta ieri presso la Corte d’appello di Lecce.
Il numero di pm è in linea con la pianta organica prevista. Erano infatti 12 i sostituti procuratori in servizio dall’1 luglio 2023 al 30 giugno 2024. Il numero si è poi ridotto di una sola unità. Discorso diverso, invece, per quel che riguarda il personale amministrativo. Basti pensare che alla data dell’1 luglio 2017, “erano in servizio 60 unità lavorative a fronte di una pianta organica che prevede 55 unità lavorative”. Esattamente sette anni dopo, si sono perse ben 15 unità lavorative, per un totale di 24 persone attualmente in servizio.
“La situazione è particolarmente grave – si legge nella relazio0ne – per quanto riguarda la carenza delle figure degli assistenti, dei conducenti, dei cancellieri e degli operatori giudiziari, che incide in senso fortemente negativo sia sull’ operatività delle segreterie dei singoli magistrati che dei servizi di cancelleria. Si è sopperito sinora con l’utilizzo di personale della sezione di polizia giudiziaria, a detrimento dell’attività investigativa”.
Gagliotta rileva anche lo squilibrio determinato dal numero di funzionari “superiore alle reali possibilità di impiego”. “La richiesta di revisione della stessa – afferma il procuratore generale – per conseguenza inoltrata al Ministero, è stata sin qui disattesa”. Emblematica è la carenza di un dirigente amministrativo, da ben sette anni. Ciò costringe il procuratore a “svolgere opera di supplenza in forza delle delibere del Consiglio superiore della magistratura del 25 gennaio 2007 e 11 novembre 2009, nonché delle circolari del 31 ottobre 2006 e 13 aprile 2007 del ministero della Giustizia”.
“É chiaro che, se lo svolgimento degli incombenti in questione in via occasionale e temporanea, situazione cui del tutto evidentemente si riferiscono i citati atti normativi, può considerarsi compatibile con le funzioni di procuratore capo – afferma il pg – il loro espletamento diuturno e per un lasso di tempo indeterminato (non pare infatti che sia prossima la destinazione di un dirigente) viene ad incidere pesantemente sull’esercizio delle funzioni giurisdizionali per un verso snaturandole, per altro verso riducendone le potenzialità operative, anche in ragione delle sempre maggiori incombenze che vanno a gravare sui capi degli uffici”.
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