Perché i dazi sui film fanno male soprattutto a Hollywood
Non si sa ancora se sia una boutade o finirà per diventare un provvedimento, ma se la notizia sui dazi sul cinema straniero, annunciati da Trump, fosse confermata farebbe male soprattutto a Hollywood e all’industria del cinema americano.
La questione digitale
Anzitutto perché il cinema non è più ingabbiabile, come un tempo. La questione varrebbe soprattutto per le sale, ma, come è noto a tutti, il problema attuale è che le sale muoiono ovunque, e in realtà i film sono visti soprattutto sulle piattaforme. È vero che le piattaforme rispondono alla Vpn del Paese, però è facile, perfino per una persona adigitale, riuscire ad aggirare l’ostacolo. E sappiamo anche che in ogni epoca ciascuna censura nel mondo del cinema non ha fatto che bene ai film. Prendiamo, ad esempio, la messa al bando di L’ultimo tango a Parigi di Bertolucci: la censura ha reso la pellicola immortale, ben oltre i suoi meriti (anche se alti) artistici.
Il rafforzamento del cinema non Usa
Il provvedimento non farebbe altro che rafforzare le case di produzione che si sono formate in Europa e non solo. Farebbe bene a Cinecittà, a Londra, ai celeberrimi Barrandov Studios di Praga, solo per fare un esempio, e a tutte le film commission italiane, che hanno spesso fatto bene al cinema e al territorio, non solo per pubblicizzare la regione, ma perché i film diventano un volano economico notevole per le maestranze e l’economia del territorio.
Hollywood è stata fatta soprattutto da europei
Forse Trump dimentica che Hollywood è stata fatta soprattutto da europei in fuga dalla fame o dalla pazzia nazista di Hitler, un esempio su tutti Fritz Lang. Hollywood ha bisogno di tutti, dei più bravi, per essere sulla cresta dell’onda. Come farebbe se a questa ulteriore restrizione, Hollywood, da sempre pronta a reagire politicamente (vedi il #metoo), reagisse con un esilio volontario di maestranze come Milena Canonero e Dante Ferretti, vincitori di Oscar?
I festival europei che fanno da cassa di risonanza a Hollywood
Come potrebbero reagire i festival europei che fanno da cassa di risonanza a Hollywood? Venezia e Cannes per esempio? Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema di Venezia, è sempre riuscito ad attirare nella sua rassegna film vincitori di Oscar, da La la land al La Forma dell’acqua.
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