per il CEO di Gearbox perdere i giochi ‘è inevitabile come la morte’
Al dibattito della community legato alla petizione Stop Killing Games per rendere illegali i videogiochi a scadenza partecipa anche Randy Pitchford: il boss di Gearbox ritiene che l’iniziativa dei promotori di questa petizione sia lodevole ma non tiene conto di fattori esistenziali come… la morte dell’universo!
Intervistato dalla redazione di The Gamer, l’esponente della casa di sviluppo che si appresta a lanciare l’atteso looter shooter Borderlands 4 dice la sua sull’iniziativa di Stop Killing Games spiegando come “anche io ho perso dei videogiochi, quindi ammiro davvero l’attivismo e la passione di chi sta portando avanti questa nobile causa. Ma è un problema davvero strano e difficile da risolvere. Guardiamo ad esempio all’esplosione del fenomeno dei videogiochi live service: i giochi moderni sono fatti per ‘vivere’ in un determinato contesto, sono prodotti che escludono per loro stessa definizione l’ipotesi di una loro fruizione a tempo indefinito. Davvero, non so proprio come aggirare questo problema”.
Per il CEO di Gearbox, il sempre più sentito tema della preservazione dei videogiochi è “una specie di metafora della vita: odio sapere che un giorno le persone a cui tengo maggiormente non ci saranno più e lo stesso vale per me. Vorrei stare qui per sempre e non essere costretto a soffrire per queste perdite, ma è un qualcosa che devo accettare e che purtroppo dovrò affrontare come tutti. Ma oggi viviamo più a lungo rispetto a 100 anni fa e gli umani stanno ingaggiando una lotta continua contro la morte per rimandarla il più possibile. Anche io apprezzo l’attivismo di chi sta portando avanti questa petizione sui videogiochi, tutti noi d’altronde vorremmo assicurarci che i giochi ai quali teniamo maggiormente durino per sempre. Ma la verità è che ci sarà un tempo, tra chissà quanti miliardi di anni, in cui assisteremo alla morte termica dell’universo e lì fuori non ci sarà letteralmente più nulla. La storia di Battleborn verteva proprio attorno all’idea di una guerra per il controllo dell’ultima stella dell’universo. Odio la morte con tutto me stesso ed è scorcertante pensare al fatto che un giorno finirà tutto, ma in un certo senso adoro anche questa sensazione, perché mi fa venire ancora di più voglia di godermi il presente e combattere per difendere ciò che più amo e che mi fa sentire davvero vivo”.
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