Marche

Pensionamento per Antonio Ciucani, primario del Pronto soccorso al Murri. Il saluto del direttore generale Roberto Grinta

AST – Il dott. Ciucani non nasconde una certa emozione, per non dire commozione, nel salutare un mondo, quello dell’Emergenza Urgenza, che dal primo novembre prossimo lo vedrà svestire il camice

da sin. Roberto Grinta e Antonio Ciucani

Per il dr. Antonio Ciucani finisce un’epoca. Il direttore facente funzioni del Pronto soccorso dell’ospedale di Fermo se ne va in pensione per raggiunti limiti di età (ha 68 anni). E non nasconde una certa emozione, per non dire commozione, nel salutare un mondo, quello dell’Emergenza Urgenza, che dal primo novembre prossimo lo vedrà svestire il camice. Ma le esperienze, gli ostacoli superati, le emozioni e le gratificazioni, quelle restano: «Ho dato tutto me stesso. Sono orgoglioso di quello che ho fatto ma non nascondo un certo magone nel lasciare questo mondo».

Al dr. Ciucani il “grazie” del direttore generale dell’Ast Fermo, dr. Roberto Grinta: «Ci saluta un grande professionista, un medico che ha dedicato la sua vita a soccorrere il prossimo. Un uomo che non si è mai tirato indietro dinanzi alle situazioni critiche. Una per tutte? L’emergenza Covid. Il dr. Ciucani è stato un medico, con incarichi apicali, che ha saputo gestire, al meglio delle possibilità, i nostri validissimi professionisti e un reparto fondamentale nell’assetto complessivo dell’emergenza territoriale. Lo ringrazio a nome dell’Azienda per tutto quello che ha dato alla sanità pubblica, a lui i migliori auguri di una radiosa e rilassante pensione. Sono al contempo sicuro che chi raccoglierà il suo testimone (la dr.ssa Tamara Mariani) saprà dare il meglio a un reparto così importante per tutti noi, per l’Azienda, per l’ospedale, per il Fermano».

«Oggi finisce una fase molto importante della mia vita, quella professionale, culminata, negli ultimi anni da direttore facente funzioni del Pronto Soccorso. Ho vissuto momenti molto intensi da un punto di vista emotivo e – le dichiarazioni di Ciucani – carichi di stress come quello, indimenticabile, del Covid. Non posso non ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato. Sono sicuro che la collega che mi succederà, giovane e motivata, si rimboccherà le maniche per dare il meglio al reparto. L’età e l’entusiasmo sono due ingredienti molto importanti, insieme alle qualità professionali, per superare tutte le difficoltà. A lei e al personale del Pronto soccorso il mio più sentito in bocca al lupo. Sono un po’ emozionato, non nego: ho desiderato molte volte questo momento (quello della pensione), ne sentivo il bisogno ma ora affiora un certo magone. Passare dall’iperattività, che investe le giornate senza orario di un direttore di Pronto soccorso, a una fase di maggiore calma è un cambiamento radicale che genera timori e interrogativi. Ma credo, anzi spero, che si risolverà tutto in breve tempo».

Il dr. Antonio Ciucani ha iniziato a vestire il camice bianco intorno ai 30 anni. Inizialmente ha strizzato l’occhio all’assistenza primaria per poi passare alla medicina di emergenza-urgenza (in occasione dell’attivazione del 118 ad Ascoli Piceno). E non l’ha più lasciata. Lì è rimasto diversi anni sia come medico del 118 che del Pronto Soccorso. A inizio anni 2000 è rientrato a Fermo, la sua terra d’origine, per poi passare dal regime “convenzionato” a dipendente dell’Azienda. «Così – racconta – ho avuto la possibilità di intraprendere anche una carriera verticale che fortunatamente è arrivata a compimento. Una carriera, oggi posso dirlo, appagante. Sono molto soddisfatto di quello che ho fatto e mi inorgoglisce l’aver ricevuto tante gratificazioni. L’Azienda mi ha anche coinvolto come direttore facente funzioni. Se non fosse stato per l’età probabilmente avrei anche giocato le mie carte per l’incarico da titolare. Ma il mio impegno da facente funzioni non è certo stato condizionato dalla mancanza della titolarità. Ho dato tutto quello che potevo. Certo, avrei potuto fare ancora di più. Come? Dove? Beh ad esempio nel rapporto con gli altri reparti. Poi anche con il personale: il feeling bisogna tararlo in base alle diverse tipologie di persone che si hanno dinanzi. A mio avviso è importante che un direttore sia molto flessibile rispetto al paziente e al sanitario che, di volta in volta, ha davanti. Quello del direttore è un lavoro impegnativo, sicuramente non facile. Passare dall’attività clinica a quella organizzativa e gestionale, che significa mettere gli altri nelle condizioni di lavoro migliori, non è così semplice. Ma sono fiero di quello che ho fatto».

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