Pedranzini: «Ecco perché Popolare Sondrio vale più dell’offerta di Bper»
«Ho il massimo rispetto per le banche d’affari e per le fairness opinion, ma sono consapevole, come lo è il consiglio di amministrazione della Popolare di Sondrio, che in questi processi non mancano limiti metodologici. Ma poi, di fatto, il prezzo giusto di un’offerta lo esprimono il mercato e gli investitori». Mario Alberto Pedranzini, amministratore delegato e direttore generale di Banca Popolare di Sondrio, è chiaro sulla questione prezzo dell’Ops lanciata da Bper sull’istituto: 10,80 euro (l’equivalente alla chiusura di ieri sera in Borsa del concambio offerto da Bper) non riflette il valore della banca e le prospettive di sviluppo futuro, messe nere su bianco nel nuovo piano industriale 2025-2027 disegnato stand alone dal management. «Abbiamo incontri costanti con gli investitori e sappiamo che fin da subito hanno chiesto di più del prezzo offerto. Lo dimostra il gap di valore a nostro favore che è espresso dall’andamento di Borsa del nostro titolo che ha chiuso ieri a 11,52 euro».
Il cda della Popolare di Sondrio «pur considerando congruo il corrispettivo sotto il profilo finanziario, sulla base delle ‘fairness opinion’ di BofA Securities e Morgan Stanley, ritiene che la valorizzazione» della banca da parte di Bper «non riconosca pienamente il reale valore». Cosa non viene valorizzato dall’offerta di Bper?
Conosco molto bene la banca che ho contribuito a costruire e so che vale di più anche in chiave prospettica. Il mercato sta esprimendo un valore diverso e in questo è sovrano. Possiamo poi disquisire vocabolario alla mano sui termini “congruo” e “adeguato”, ma direi che quello che ci contraddistingue è il valore che ci riconoscono gli analisti e gli investitori. Il nostro compito è quello di parlare chiaro con i nostri azionisti, che siano piccoli azionisti o fondi, perché possano valutare compiutamente l’offerta, che riteniamo diluitiva e che non riconosce le sinergie dell’aggregazione ai nostri azionisti.
In che termini non vengono riconosciute le sinergie ai vostri azionisti?
Non abbiamo potuto vedere in questa offerta un piano industriale combined, nonostante sia stato consegnato in Bce. Le sinergie saranno, secondo quanto comunicato, pari a un miliardo e mezzo ma solo il 16% verrà riconosciuto ai nostri azionisti. Un 70-80% invece dovrebbe essere nostro perché le sinergie saranno frutto dell’aggregazione con Popolare Sondrio, ma non ci viene neanche riconosciuta la metà. Inoltre, la Sondrio ha una produttività del proprio personale quasi doppia rispetto a Bper e un cost/income molto competitivo: attualmente siamo al 39% noi verso il 54% di Bper, perché siamo sempre stati estremamente oculati nella spesa in modo da non penalizzare gli investimenti. L’elevata produttività del nostro personale è stata supportata anche dalle iniziative che la banca ha portato avanti nel digitale, che è un fattore abilitante per migliorare i processi e quindi la produttività, sollevando il personale dalle attività più ripetitive per lasciare spazio alla consulenza. Il nostro personale, di grande professionalità e con attaccamento alla maglia, riesce continuamente a rifocalizzarsi sulle tematiche che sono più appaganti per la clientela e prestano un servizio qualificato, che si riflette nel livello di fidelizzazione dei nostri clienti. Al centro abbiamo sempre posto il nostro cliente, perché siamo convinti che se ascolti i clienti e le loro necessità cercando di soddisfarle, si crea quell’allineamento di interessi che agevola da una parte la banca e dall’altra il cliente.
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