Pechino muove lo Yaogan: cosa può fare il satellite spia cinese
Effettuano operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (IRS), orbitano ad altitudini di circa 500 chilometri, offrono informazioni cruciali sulle attività belliche nemiche – come eventuali spostamenti di truppe o lanci di missili – e, più in generale, stanno diventando sempre più decisivi per influenzare gli sviluppi militari terrestri. I cosiddetti satelliti da ricognizione sono fondamentali per monitorare gli avversari e la loro efficacia evidenzia la crescente dipendenza dei governi dalla tecnologia satellitare. Ebbene, quasi la metà dei sistemi di IRS del mondo si troverebbe nelle mani dalle forze cinesi. Strumenti del genere consentono all’Esercito Popolare di Liberazione di osservare posizioni strategiche in Corea, Taiwan, nell’Oceano Indiano e nel Mar Cinese Meridionale. Gli ultimi dati dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) sono emblematici: la Cina gestisce almeno 245 satelliti per la difesa e lo spionaggio, tra cui 92 satelliti IRS e 81 progettati per l’intelligence elettronica e il rilevamento dei segnali.
I satelliti della Cina
Il programma satellitare cinese, in particolare la serie Yaogan, svolgerebbe secondo alcuni analisti un ruolo cruciale negli sforzi di spionaggio globale di Pechino. Sin dal suo inizio nel 2006, la Cina ha lanciato con successo oltre 140 satelliti di sorveglianza Yaogan. Ufficialmente, ha fatto notare il sito Eurasian Times, questi dispositivi sono presentati come strumenti utilizzati per effettuare esperimenti scientifici, indagini sul campo, previsioni di resa delle colture e monitoraggio dei disastri. Tuttavia, molti esperti ritengono che il vero intento del programma Yaogan sia militare, ovvero mirato alla sorveglianza globale.
“La Cina ha un set consolidato di satelliti militari, sia nei segmenti delle comunicazioni che di osservazione della Terra. Le serie di satelliti da ricognizione Tianhui e Yaogan sono le più recenti, utilizzate principalmente per scopi di intelligence“, ha dichiarato Omkar Nikam, fondatore di Access Hub – Space, Defence, and Security. La Cina dà priorità all’acquisizione di capacità per un monitoraggio persistente e quasi in tempo reale, in particolare nella regione indo-pacifica.
Da questo punto di vista, i satelliti Yaogan potrebbero conferire al Dragone una capacità senza precedenti di rilevare e tracciare oggetti delle dimensioni di un’auto nella regione indo-pacifica, nonché di monitorare le forze navali degli Stati Uniti e dei loro alleati sia nell’oceano Indiano che in quello Pacifico con una precisione mai vista prima.
Occhi spaziali
L’attuale guerra tra Russia e Ucraina ha evidenziato il ruolo essenziale dei satelliti. Non solo: nei mesi scorsi sono emerse immagini satellitari che mostravano gli ultimi progressi della Cina nel costruire bunker sotterranei per proteggere armi e altre risorse militari lungo il lago Pangong Tso. Insomma, questi occhi spaziali hanno la capacità di raccogliere informazioni critiche e il loro ruolo è decisivo nella pianificazione della difesa di qualunque grande potenza.
Ricordiamo che la Cina ha lanciato un satellite di telerilevamento chiamato Yaogan-41 in orbita geostazionaria (GEO) il 15 dicembre 2023. Come ha spiegato il Csis, Pechino gestisce altri tre satelliti di sorveglianza ottica in GEO. Questi tre satelliti fanno parte del programma Gaofen, che ha 29 satelliti operativi in LEO per un totale di 32 unità.
Gaofen, che significa “alta risoluzione”, fa parte del China High-resolution Earth Observation System (CHEOS), un’iniziativa
apparentemente civile per assistere in agricoltura, risposta ai disastri e attività di monitoraggio ambientale. Oltre ai satelliti, CHEOS gestisce anche sistemi di raccolta ed elaborazione dati nello spazio vicino, in volo e a terra.
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