Pasqua lontano da casa per Greta, studentessa di Bari in Lettonia
La storia di Greta racconta il sogno di una ragazza che ha deciso di partire per una nazione lontana: non per una vacanza rilassante in riva al mare, ma per affrontare un percorso di studi di circa un anno, grazie al merito di aver vinto una borsa di studio del concorso Intercultura. Greta, 17enne barese del quartiere Carrassi, si trova volutamente in Lettonia e passerà le festività pasquali lontana da casa. “Trascorrere Pasqua lontano da Bari sarà molto difficile – racconta a Telebari – Qui alla vigilia pasquale si usa fare tantissime uova sode, per poi dipingerle. A Pasqua, invece, si fa un gioco chiamato “La guerra delle uova”. L’uovo di cioccolato, che qui non esiste neanche nei supermercati, me lo stanno inviando i miei genitori. A Bari vivo calorosamente le feste, e questo mi manca tanto. Soprattutto nei periodi festivi, sento molto la mancanza della famiglia, e la tradizione che ho con mio papà di andare a prendere i pasticcini ogni domenica”.
Si trova in un posto tranquillo ma gelido, con le temperature che arrivano anche a -18 gradi. “Sono a Slampe da agosto scorso – continua Greta – in una famiglia ospitante molto accogliente. La prima difficoltà è stata la lingua, anche se parlo inglese. Non scherzo nello stesso modo in cui lo faccio a Bari. A inizio esperienza sembra tutto bello, ma poi iniziano le difficoltà: abito in campagna e non ci sono molti mezzi. Della Lettonia mi piace svegliarmi la mattina e vedere la neve, e il fatto che non devo preoccuparmi se lascio il portafoglio in bella vista o la bici slegata. A scuola non è stato difficile fare amicizia, ma il sistema scolastico è molto diverso dal nostro, e lo preferisco. In classe mi hanno chiesto una presentazione dell’Italia e l’ho intitolata “Ce sta a fasce?”. Un po’ di dialetto l’ho insegnato anche in casa”.
La nostalgia della sua città si fa sentire, e, da buona barese, le manca il mare. “Mi manca il profumo del mare – racconta Greta – la focaccia, dare una mano con la spesa alle signore del mio palazzo, mi manca il mio gruppo di catechesi. Bari è una città calda che porto nel cuore, con gente solare, mentre qui sono freddi. Di Bari mi manca proprio la gente. Qui ho preparato i panzerotti, ma chiamai mia zia esperta per la ricetta. Piacquero molto, e mi sono sentita un po’ a casa. Qui mangiano il pesce a colazione, e per me è stato uno shock (sorride, ndr). Lo shock è stato anche il loro, quando gli ho detto che mangiamo i frutti di mare crudi”.
“La mia famiglia è stata l’unica in Puglia e Basilicata – conclude Greta – ad aver inviato e ospitato uno studente. Quest’esperienza mi ha arricchita, la ripeterei altre mille volte. Ho capito che non bisogna sprecare il tempo, e che quando abbiamo periodi bui in cui vediamo tutto scuro, dobbiamo sforzarci nel guardare a colori”. E, a chiederle quale sarà la prima cosa che farà al suo ritorno a Bari, a luglio, Greta, senza pensarci su, risponde: “Il polpo crudo in riva al mare con la mia famiglia”.