Scienza e tecnologia

parla l’ex boss di Sony

La tendenza dei giochi moderni di proporre mondi aperti sempre più sterminati ed esperienze sempre più longeve sta dando risultati piuttosto altalenanti per sviluppatori e publisher. Con le dovute eccezioni, i titoli che offrono 100 o più ore di gioco stanno cominciando a stancare la community.

In una nuova intervista con Player Driven, Shawn Layden ha criticato la lunghezza dei videogiochi moderni, sottolineando come l’industria continui a sfornare giochi da 100 ore quando, in realtà, i giocatori non hanno più così tanto tempo man mano che invecchiano e gli impegni quotidiani si moltiplicano. Una considerazione corroborata dalle ultime ricerche, secondo cui i giocatori non riescono più a dedicare così tanto tempo al gaming ogni settimana.

L’ex capo di PlayStation ha inoltre affermato che preferirebbe dedicare 20 ore consecutive a finire un gioco piuttosto che affrontare una faticaccia diluita in 100 ore. Layden ha anche elogiato Astro Bot, affermando che il platform ha fissato uno standard per l’industria rendendo i suoi livelli brevi e ricchi di contenuti, anziché lunghi e sterili. Non ho bisogno che passiate 100 ore sul mio gioco. Voglio che lasciate il controller dopo 20 ore e abbiate le mani sudate”.

Inoltre, secondo Layden, i giochi moderni non restituiscono la sensazione di compiutezza che davano invece i giochi di un tempo. Oggigiorno, non si riesce neppure ad arrivare ai titoli di coda, e la vastità dell’esperienza finisce per essere controproducente. Ecco perché, secondo Shawn Layden, manca quella sensazione di soddisfazione che può essere recuperata solo accorciando i giochi.


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