Parco urbano di Vibo, arrivano le revoche per «inadempienze e irregolarità»
Il silenzio assordante di una città che accoglie la bara di un bimbo, il piccolo Francesco, tre anni appena, schiacciato e ucciso da una trave mentre giocava nel grande polmone verde di Moderata Durant, a distanza di oltre due mesi, fa ancora un rumore in tutta la città.
Il piccolo, operato d’urgenza dall’equipe dei chirurghi ed anestesisti dello Jazzolino e trasferito al Bambin Gesù di Roma, è morto tre giorni dopo, lasciando un vuoto incolmabile. Ebbene, dopo quella tragedia immane che ha portato alla chiusura del Parco urbano, vero e proprio polmone verde nella periferia della città, in attesa delle risultanze delle indagini avviate dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia, coordinate personalmente dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo, arrivano i primi provvedimenti amministrativi.
La determina dirigenziale n. 2869 del 12 novembre, reca la firma dell’ingegnere Lorena Callisti e quei tratti di penna appaiono come un primo inequivocabile punto fermo. Il Comune, infatti, sancisce la conclusione di ogni genere di rapporto nei confronti di impresa, direttore dei lavori e Rup (responsabile unico del procedimento). Tutti i soggetti incaricati di realizzare l’opera vengono sollevati dal proprio incarico.
All’impresa “Millennium” Srl (in avvalimento con Promocost), si contesta un grave inadempimento. Revocati, invece, per «gravi irregolarità e carenze» nell’esercizio delle funzioni che erano state loro assegnate, gli incarichi al direttore dei lavori, l’architetto Giuseppe Di Leo ed responsabile unico di procedimento, l’ingegnere Onofrio Maragò.
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