Basilicata

Parco Appennino, scoppia il caso dei due presidenti Priore e Tisci

Nomina contesa al Parco Appennino, il Ministero stoppa il ritorno in sella di Priore lasciando al suo posto, almeno per ora, Tisci. Lo zoologo, riabilitato dai giudici, annuncia un nuovo ricorso al Tar.


Due presidenti per un Parco. E’ una situazione incandescente quella venutasi a creare a Marsiconuovo, sede del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha riabilitato Giuseppe Priore. Poco meno di due anni dopo il provvedimento con cui il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva revocato il so incarico. Venerdì scorso, a quasi due settimane di distanza dalla sentenza dei giudici di Palazzo Spada, Priore aveva comunicato al Ministero dell’ambiente che ieri, 11 giugno 2025, si sarebbe presentato nella sede del Parco per riprendere possesso del suo ufficio. Qualche ora prima dell’apertura della sede, però, da Roma gli è stata notificata una diffida al riguardo. Sia «dal presentarsi presso la sede dell’Ente Parco per esercitare le funzioni e le prerogative del presidente», sia dal «compiere atti non autorizzati che possano pregiudcare il corretto esercizio della azione amministrativa dell’ente medesimo».

PARCO APPENNINO IL MINISTRO STOPPA IL RITORNO DI PRIORE: IL RIFERIMENTO A TISCI E LA CONFUSIONE AMMINISTRATIVA

Nella nota a firma del capo della direzione tutela della biodiversità e del mare, Francesco Tomas, si parla anche della «necessità di garantire la tutela giurisdizionale dei contro interessati». Un riferimento implicito, ma evidente, all’ex consigliere regionale meloniano Antonio Tisci, di recente prorogato nell’incarico di commissario straordinario. Lo stesso Tisci che da un anno assomma le competenze del presidente a quelle del Comitato direttivo del Parco, che è l’organo di rappresentanza del territorio all’interno dell’ente, per ragioni altrettanto discusse.

«La mancata rimozione del decreto ministeriale di proroga del commissario – si legge nella nota inviata da Priore al ministero venerdì scorso – ingenera una pericolosa confusione nell’attività dell’ente che potrebbe esporlo a responsabilità risarcitoria verso terzi in quanto tutta l’attività posta in essere dal Commissario successivamente alla pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato (28 maggio 2025) è priva di titolo e, come tale, abusiva».

LA POSIZIONE DELL’AVVOCATO DI PRIORE: SENTENZA AUTOESECUTIVA

L’avvocato dello zoologo di Senise, nominato presidente del Parco nel 2022, ha parlato di «auto esecutività» della sentenza del Consiglio di Stato. «Per questo ha anche evidenziato che «dalla immediata ed automatica reintegrazione nelle funzioni de dottor Priore consegue altresì che, a far data dal 28 maggio 2025, va corrisposta allo stesso l’indennità di legge spettante al presidente del Parco (mentre nulla andrà corrisposto al commissario)». Il tutto: «fermo restando il risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, che sarà richiesto in separato giudizio (…), del cui esito sarà doverosamente informata la procura della Corte dei conti».

«Il dottor Priore è, pleno titulo, presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese sino alla scadenza naturale del mandato, ossia sino al 22 febbraio 2027». Si legge ancora nella nota dell’avvocato Antonio Salvia. «La conseguenza è che il decreto ministeriale numero 91 del 9 aprile 2025 (di proroga dell’incarico di Tisci, ndr) va doverosamente rimosso perché insanabilmente inficiato e radicalmente illegittimo». l.a.


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