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Papa, Travaglio a La7: “Il salto sul carro funebre accomuna molti leader. Con che faccia lo celebrano?”

Questo sport, forse peggiore del salto sul carro del vincitore, e cioè il salto sul carro funebre, accomuna tutti. Se dovessimo confrontare quello che hanno detto e fatto i capi di Stato e di governo che sabato prossimo saranno al funerale di Papa Francesco e quello che ha detto il pontefice, e se dovessimo escludere tutti quelli che sono incompatibili con ciò che ha detto il Santo Padre, il funerale sarebbe deserto, almeno nelle poltrone riservate ai vip“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, si pronuncia sulla partecipazione di diverse autorità mondiali ai funerali di Papa Francesco, da Donald Trump a Emmanuel Macron, da Olaf Scholz a Ursula Von Der Leyen, e sull’ipocrisia del loro cordoglio.

“Il Papa – aggiunge Travaglio – era portatore di un messaggio scandaloso, che è il messaggio del Vangelo. Cosa c’è di più scandaloso del dire ‘porgi l’altra guancia’ e ‘ama il tuo nemico’? È evidente che la politica non può prendere sic et simpliciter queste cose e tradurle in pratica, o almeno non lo ha voluto fare. Quello che è odioso è che, avendo fatto esattamente l’opposto di quello che diceva lui, adesso fingano di essere tutti i suoi apostoli per acchiappare un po’ di popolarità“.

Il direttore del Fatto spiega: “Il caso più caricaturale è Trump, non solo per la posizione sulla questione dei migranti, del nazionalismo, del liberismo, degli affari. Tutta la sua biografia è ontologicamente l’opposto di quello che diceva Papa Francesco. Ma anche Putin, che ha detto che Papa Francesco era un grande perché era amico dei russi, il che è vero, però il pontefice era nemico delle guerre e delle repressioni, comprese quelle che ha fatto Putin. Milei ha riempito il Papa di qualsiasi insulto. Non sto qui a fare l’elenco perché mi vergogno per lui – continua – La cosa più carina che aveva detto di lui è che era il rappresentante del maligno nella casa di Dio. Oggi invece ha detto che era un grande. La Meloni aveva una sintonia col Papa sulla maternità surrogata e sull’eutanasia, ma sulla guerra, sul riarmo e sui migranti no. Zelensky, quando il Papa gli espose il suo piano di pace in Vaticano, disse che non aveva bisogno di mediatori e che avrebbe vinto la guerra. E in quell’occasione i consiglieri di Zelensky diedero del putiniano al Papa, accusandolo di non distinguere tra aggredito e aggressore“.

Travaglio cita poi le politiche del riarmo sostenute dal centrosinistra istituzionale americano ed europeo: “Le ultime parole del Papa, domenica nell’Angelus, sono state queste: la pace e il riarmo sono incompatibili, non c’è pace senza un disarmo reale. Con quale faccia piangono il Papa coloro che hanno sostenuto e che sostengono questi piani di riarmo? Le von der Leyen, i Macron, le Meloni e Mattarella stesso? – continua – Il Papa della guerra in Ucraina ha detto che non era una guerra fra buoni e cattivi, né la fiaba di Cappuccetto Rosso. Ha affermato che non esistono cattivi metafisici in questa storia, intendendo dire che erano tutti corresponsabili. Cosa c’entrava questo pensiero del Papa con il paragone che ha fatto il nostro capo dello Stato tra Terzo Reich e la Russia?”.
Il direttore del Fatto conclude: “Sabato speriamo che evitino appropriazioni indebite paragonabili a quelle che hanno fatto in questi due giorni, perché ne abbiamo avute già abbastanza”.

L’articolo Papa, Travaglio a La7: “Il salto sul carro funebre accomuna molti leader. Con che faccia lo celebrano?” proviene da Il Fatto Quotidiano.


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