Società

Papa Leone XIV: “Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, santi della quotidianità”

Sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha presieduto la messa per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, due giovani testimoni della fede che hanno saputo incarnare il Vangelo attraverso gesti semplici e accessibili.

Nell’omelia il Pontefice ha definito i nuovi santi “innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”, sottolineando come la loro vita spirituale fosse radicata in pratiche quotidiane come la messa feriale, la preghiera e l’adorazione eucaristica. Due percorsi diversi, separati da un secolo di storia, ma accomunati dallo stesso amore per Dio e per i fratelli.

Il profilo di Pier Giorgio Frassati

Il Papa ha ricordato l’impegno di Frassati, giovane torinese cresciuto tra scuola, associazioni ecclesiali e vita politica, che trasformò la fede in uno strumento di servizio concreto. “Ha testimoniato la gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità”, ha detto Francesco, citando come gli amici lo avessero soprannominato ironicamente “Frassati Impresa Trasporti” per i suoi instancabili giri tra i poveri con carretti di viveri e aiuti. L’esempio di Pier Giorgio, ha rimarcato il Papa, continua a essere oggi un faro per la spiritualità laicale, una fede che non si chiude nel privato ma si apre alla comunità e si traduce in impegno sociale.

La testimonianza di Carlo Acutis

Il ritratto del giovane milanese, morto a soli 15 anni, mette in luce la capacità di vivere la fede senza separarla dalla vita quotidiana. Secondo il Papa, Carlo Acutis ha incontrato Gesù grazie alla famiglia e all’ambiente parrocchiale, integrando giorno dopo giorno studio, sport, preghiera e carità. Fondamentale per lui l’esperienza della Confessione frequente, vissuta come protezione dal peccato. “L’unica cosa che dobbiamo temere veramente è il peccato”, scriveva Carlo, osservando con stupore come “gli uomini si preoccupino tanto della bellezza del proprio corpo e poco della bellezza della propria anima”. Sia Frassati che Acutis, ha concluso il Pontefice, hanno condiviso una forte devozione mariana e la carità verso i più fragili, continuando ad amare e ad offrire sé stessi a Dio anche di fronte alla malattia e alla morte.


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