“Papa Francesco è stato un vero combattente in questi anni. Le sue parole e la sua voce sono state spesso inascoltate”: l’omaggio di Fiorella Mannoia
Ieri sera Fiorella Mannoia è sbarcata al Teatro degli Arcimboldi di Milano con “Fiorella Sinfonica-live con orchestra”. Accompagnata dall’Orchestra Sinfonica Saverio Mercadante di Altamura diretta dal Maestro Rocco De Bernardis, Fiorella Mannoia ha ripercorso in scaletta i grandi successi del suo repertorio ma anche i più recenti come “Disobbedire”, il singolo che dà il titolo all’ultimo album uscito lo scorso novembre. L’artista ha annunciato il ritorno nella propria città il prossimo 3 e 4 giugno con “Semplicemente Fiorella” alle Terme di Caracalla di Roma.
L’artista proprio nel giorno dei funerali di Papa Francesco ha voluto in apertura di concerto dedicargli un lungo applauso e un messaggio pieno di affetto e sincero: “Le sue parole e la sua voce sono state spesso inascoltate ed è stato un vero combattente di questi ultimi anni”.
Nel corso del live la Mannoia ha raccontato aneddoti, ma ha anche tracciato un bilancio della situazione che stiamo vivendo. A partire dal brano “Disobbedire”. “Credo di non sbagliare, – ha affermato – se dico che l’umanità si è evoluta grazie ai disobbedienti. Dobbiamo obbedire alla nostra coscienza. Se la nostra coscienza si dice che qualcosa non è giusto, che ci dicono qualcosa che non riteniamo giusto, io credo che disobbedire non rimane solo un diritto, ma di solito diventa anche un dovere”.
Poi il discorso si sposta sul tema della guerra affrontato con il brano “La storia non si deve ripetere“: “Quest’anno cadono i 50 anni dalla fine della guerra in Vietnam (30 aprile 1975). I giovani di allora hanno fatto tanto per far cessare quella guerra. Ci sono state tante manifestazione soprattutto negli Stati Uniti. Oggi ci prendono un po’ in giro, perché ci chiamano pacifisti. Che cos”è successo? Che cosa ci è successo? Come siamo diventati oggi con quello che stiamo vedendo intorno a noi? Dove abbiamo sbagliato? Perché qualche cosa l’abbiamo sbagliata. C ‘è una guerra nel cuore dell’Europa, da tre anni che non cessa…”.
E ancora: “Nessuno poi ha la volontà di farla finire veramente questa guerra. Non so come l’uomo, possa arrivare a tanta ferocia. Come si può usare la fame come il mezzo di guerra, come si possono bloccare gli aiuti umanitari, come si può lasciare un intero popolo popolo muoia? Io la guerra non l’ho vissuta ma me l’hanno raccontata i miei genitori, i giovani hanno ascoltato i racconti dei loro nonni. Il racconto è importate perché la storia non si deve ripetere, ormai parlano di sopravvivenza. Questi sono tutti pazzi.
La Mannoia ha dedicato tante canzoni all’universo femminile, ma si è anche spesa in prima persona contro la violenza sulle donne: “Con il progetto di ‘Una Nessuna Centomila’ siamo partiti con un concerto a Campovolo, eravano 7 colleghe, 7 cantanti, che abbiamo racconto fondi per i centri anti-violenza. Ci siamo decisi che non poteva finire tutto lì, per cui abbiamo creato la Fondazione e poi si sono susseguiti altri concerti. Con due eventi all’Arena di Verona abbiamo raccolto fondi, cosa che rifaremo quest’anno stavolta il 25 settembre in Piazza del Plebiscito a Napoli con lo stesso intento”.
Ha anche aggiunto: “Abbiamo raccolto 300mila euro ed è la prima volta che è successo in Italia che si sia organizzata una raccolta fondi per una causa sociale e non una catastrofe ambienalte. Il supporto delle donazioni è fondamentale peerché abbiamo tanti centri che aiutano le donne in difficoltà e abbiamo cercato di aiutarli in questi tre anni. Ringrazio le lavoratrici, le operatrici, le sociologhe, le psicologhe che si adoperano a ritmi ininterrotti. Alcuni sono volontari, alcune sono precarie come tante lavoratrici in Italia, per cui noi siamo una piccola comunità, ma se non ci aiutiamo tra di noi…. Tanto mi pare che dall’alto non arriva mai niente”.
Lo show si è concluso con “Il cielo d’Irlanda” dove l’artista si è spostata in platea tra abbracci e richiesta di numerosissimi selfie da donne e uomini di qualsiasi età. Ma la chicca è stata l’esecuzione acustica de “Il disertore” di Ivano Fossati, pubblicato nel 1992 e trasposizione in italiano del testo firmato da Boris Vian nel 1954 con il titolo “Le Déserteur”. Parole importanti e attuali, scelte non a caso: “In piena facoltà egregio presidente le scrivo la presente che spero leggerà. La cartolina qui mi dice terra terra di andare a far la guerra quest’altro lunedì. Ma io non sono qui egregio presidente per ammazzar la gente più o meno come me”.
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