Società

Papa Francesco e lo sport: la passione per il calcio, il voto alla Madonna di non vedere partite in tv e l’elogio della lealtà

«Una notizia triste per tutto il mondo, ma per noi in particolare. Ho avuto la possibilità di conoscerlo a Roma. La sua passione per il calcio era grande. Una perdita molto grande per i cattolici, per il mondo del calcio e per noi argentini». Paulo Dybala, argentino della Roma e nuovo ambassador di Laureus ha ricordato con queste parole Papa Francesco, il pontefice venuto dalla fine del mondo che amava lo sport più praticato al mondo, ma ormai da 35 anni non vedeva più una partita per un voto fatto alla Madonna.

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Tifoso del San Lorenzo de Almagro, raccontava di non aver perso una partita dal 1946. «Non fu mai uno qualunque e fu sempre uno di noi. Tifoso del Cuervo da bambino e da adulto… Tifoso del Cuervo come sacerdote e Cardinale… Tifoso del Cuervo anche da Papa… Ha sempre trasmesso la sua passione per il Ciclón: quando andava al Vecchio Gasómetro a vedere la squadra del ’46, quando confermava Angelito Correa nella cappella della Città Sportiva, quando riceveva le visite azulgrana in Vaticano sempre con immensa gioia… Socio N°88235. Da Jorge Mario Bergoglio a Francesco, c’è una cosa che non è mai cambiata: il suo amore per il Ciclón. Avvolti da un profondo dolore, oggi #SanLorenzo dice a Francesco: Addio, grazie e arrivederci! Saremo insieme per l’eternità!».

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Dal 1990 non vedeva in tv partite di calcio, né della sua squadra, né dell’Argentina per un voto fatto alla Madonna subito dopo Italia ’90. Non ha visto neanche la finale vittoriosa del 2022 e nemmeno aveva visto quella del 1986. Era in Germania come studente. Riporta il Corriere della Sera: «La ricordo, personalmente, come la vittoria della solitudine perché non avevo nessuno con il quale condividere la gioia di quella vittoria sportiva».

«Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca» aveva detto alla Gazzetta dello Sport in una intervista del 2021. La lealtà era il principio cardine nell’attività sportiva e non solo per il pontefice che raccontava anche la sua storia personale. «Ricordo molto bene e con piacere quando, da bambino, con la mia famiglia andavamo allo stadio, El Gasómetro. Ho memoria, in modo particolare, del campionato del 1946, quello che il mio San Lorenzo vinse. Ricordo quelle giornate passate a vedere i calciatori giocare e la felicità di noi bambini quando tornavamo a casa: la gioia, la felicità sul volto, l’adrenalina nel sangue. Poi ho un altro ricordo, quello del pallone di stracci, la pelota de trapo: il cuoio costava e noi eravamo poveri, la gomma non era ancora così abituale, ma a noi bastava una palla di stracci per divertirci e fare, quasi, dei miracoli giocando nella piazzetta vicino a casa. Da piccolo mi piaceva il calcio, ma non ero tra i più bravi, anzi ero quello che in Argentina chiamano un “pata dura”, letteralmente gamba dura. Per questo mi facevano sempre giocare in porta. Ma fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte… E ho giocato anche a basket, mi piaceva il basket perché mio papà era una colonna della squadra di pallacanestro del San Lorenzo».

Fondamentale anche lo spirito di gruppo. «Appartenere è ammettere che da soli non è così bello vivere, esultare, fare festa». Per questo aveva fatto i complimenti a Pep Guardiola che aveva baciato la maglia del City dopo la sconfitta in finale di Champions contro il Chelsea: «Un gesto che ci insegna che anche nella sconfitta ci può essere vittoria».

Fermi in Italia tutti i campionati e gli eventi sportivi in questa giornata. Ci sarà un minuto di silenzio per il resto della settimana. «Lo sport italiano, profondamente addolorato, si unisce all’inconsolabile dolore per la scomparsa del Santo Padre Francesco, Jorge Mario Bergoglio. Il mondo è rimasto orfano di una guida spirituale che ha saputo illuminare il cammino dei fedeli e dell`intera collettività, grazie al suo messaggio ispirato alla fratellanza, alla mutualità e a quei valori che rappresentano il fine cui anelare per costruire una società migliore. Papa Francesco ha illuminato le nostre coscienze dimostrando costantemente la sua vicinanza al nostro mondo, condividendone gli ideali e le finalità». Queste le parole del presidente del Coni Malagò.




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