Ambiente

Pantelleria vuole sottozona Igp e Unesco per olivi striscianti – Prodotti Tipici

(di Alessandra Moneti)
Nell’isola di Pantelleria l’olivo è
presente sin dall’antichità. I forti venti ne hanno forgiato il
carattere, tant’è che l’olivigno Biancolilla, presente in tutta
la Sicilia, qui ha un portamento del tutto diverso, strisciante,
al fine di difendersi dal maestrale. Sono gli olivi striscianti,
una prerogativa dell’isola per cui si sta avviando la procedura
per ottenere un riconoscimento da parte dell’Unesco.

   
Tronco bassissimo, a volte appena accennato, e tante
branche che in parte toccano o sfiorano il suolo. Potare questi
olivi è un impegno non da poco, ci si spezza la schiena e le
ginocchia. Per raccogliere le olive, soprattutto quelle più in
basso, verso il suolo, sono richieste acrobazie e un fisico
resistente: ogni volta bisogna distendersi con pazienza a terra,
e nemmeno è possibile ricorrere alle reti, come avviene altrove.

   
A mettere in luce questa olivicoltura estrema è stata, a fine
agosto, la prima edizione di Ogghiu Pantiscu Fest, progetto
ideato da Stefania De Carlis, piemontese ed ormai pantesca di
adozione, col patrocinio del Comune di Pantelleria e dall’Ente
Parco Nazionale Isola di Pantelleria.

   
Ogghiu, in dialetto pantesco, sta per olio e intorno a
quest’oro dell’isola siciliana la manifestazione, sottolinea
l’organizzatore Luigi Caricato, vuol essere un invito alla
resistenza e alla resilienza di piante e donne e uomini
impegnati nella coltivazione. Invito raccolto con la
costituzione nei prossimi giorni di un Osservatorio permanente
dell’olivo e dell’olio pantesco, così da poter monitorare tutti
gli olivi presenti sull’isola. Si lavora inoltre al progetto di
un “frantoio di comunità”, in modo che vi sia una struttura
operativa disponibile a tutti, secondo la volontà espressa
dall’assessore all’agricoltura Massimo Bonì.

   
Intanto Ogghiu Pantiscu Fest si è proposto di conseguire
la certificazione di origine, in modo da poter riportare il nome
Pantelleria sulle etichette dell’olio tramite una modifica del
disciplinare di produzione. “Non è una operazione da
sottovalutare”, assicura l’oleologo Luigi Caricato. “Attraverso
l’Igp Sicilia, con sottozona Pantelleria, il vantaggio è di
poter effettivamente dimostrare l’origine pantesca e, di
conseguenza, poter assegnare quel valore aggiunto
all’olivicoltura eroica degli olivi striscianti. Gli alti costi
di produzione, i grandi sacrifici verranno così ripagati,
ottenendo il giusto prezzo per i notevoli sforzi compiuti nella
coltivazione”, sostiene Caricato. Stesso impegno da parte del
Comune di Pantelleria. L’obiettivo è unico: rendere l’olivo
strisciante di Pantelleria oltre che resiliente anche
economicamente sostenibile, affinché gli olivicoltori possano
ricevere il giusto reddito ed evitare l’abbandono della coltura.

   
E il 24 gennaio, in occasione di Olio Officina Festival (al
centro congressi di Rho – Milano), una delegazione di operatori
panteschi presenterà lo stato dei lavori. Nell’ambito della due
giorni a Pantelleria, Fausto Luchetti ha ricevuto il Premio Olio
Officina-Cultura dell’olio, e sarà proprio lui, con la sua
riconosciuta autorevolezza, a essere il testimonial d’eccezione
per il rilancio dell’olio pantesco.

   

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