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Pantaloni con una gamba, giacche con una manica: è tutto un equilibrio sopra l’asimmetria. Ma voi li mettereste?

Ma l’asimmetria 2025 sarà qui per restare? Chissà. Intanto la tendenza è da considerarsi anche in senso più ampio. Victoria Beckham a Parigi qualche settimana fa ha aggiunto ai pantaloni mono anche il blazer con una sola manica. Sulla stessa linea d’onda Adrian Appiolaza che per Moschino ha proposto lo stesso concetto, ma in versione trench. Maria Grazia Chiuri da Dior, nel frattempo, ha presentato una serie di capi sbilenchi indirizzando tutta la collezione verso le amazzoni metropolitane.

Dior PrimaveraEstate 2025. Foto Getty.

Dior Primavera-Estate 2025. Foto Getty.

Peter White/Getty Images

Victoria Beckham PrimaveraEstate 2025. Foto Getty.

Victoria Beckham Primavera-Estate 2025. Foto Getty.

Estrop/Getty Images

Moschino PrimaveraEstate 2025. Foto Getty.

Moschino Primavera-Estate 2025. Foto Getty.

Pietro D’Aprano/Getty Images

Tocchi interessanti di stile, non c’è dubbio: ma questo nuovo approccio della moda, come dicevamo, avrà effettivamente seguito nella vita reale? Tendenze come queste hanno un potenziale commerciale se prima di tutto si offrono a un prezzo giusto. Forse, poi, per rendere i pantaloni e giacche «mono» più portabile la chiave è lo stile: questi capi potrebbero funzionare bene per una serata speciale con abbinamenti ben calibrati.

Secondo i dati di Heuritech, azienda specializzata in trend forecasting, si prevede un aumento del 53% delle scollature asimmetriche per l’estate 2025, trainate dai giovani consumatori, principalmente dai 16 ai 25 anni. Insomma ci aspettiamo molta asimmetria nei guardaroba ma non crediamo che giacche o pantaloni estremi possano trovarvi facilmente posto. Rimarranno probabilmente articoli di nicchia con un appeal mainstream limitato, più adatti a chi ama sperimentare con dimensioni e silhouette piuttosto che al consumatore medio. D’altra parte, le sproporzioni delle linee brilleranno attraverso top e gonne, decisamente più portabili nel quotidiano.

Forse però è giusto separare gli ambiti: e va bene, allora, che la moda, intesa in termini più alti e meno commerciali, vada alla ricerca di qualcosa di sempre diverso, spingendosi più oltre. Si tratta un po’, concedetecelo, dello stesso concetto espresso da un’esordiente Manuela Arcuri nel film Viaggi di nozze del 1995, quel famoso «n’ascella sì, n’ascella no» (chi non ricorda, vada a recuperare). In una frase «coatta» è espressa tutta l’insoddisfazione di esistere, il cercare sempre qualcosa di nuovo e di diverso che faccia sentire vivo. E la storia del costume non può morire, ma andare sempre avanti, alla ricerca di nuovi equilibri e centri di gravità. Così è, del resto, se vi pare (e piace). Oppure no.


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