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Palloni aerostatici bloccano l’aeroporto di Vilnius, la Lituania accusa la Bielorussia

Un pallone aerostatico per le osservazioni meteorologiche può costare circa 50 euro: la scorsa notte ne sono bastate alcune decine per paralizzare il traffico aereo di Vilnius, cancellare o spostare almeno trenta voli e costringere a terra 4mila passeggeri. L’ultimo atto di guerra ibrida è servito, e per infliggere danni considerevoli alla Lituania sono state sufficienti solo alcune migliaia di euro.

La prima ministra lituana Inga Ruginiené ha accusato esplicitamente la Bielorussia e ha convocato un incontro d’urgenza della Commissione Nazionale per la Sicurezza: «Dobbiamo discutere questa situazione immediatamente e dobbiamo trovare – non discutere, ma trovare – una soluzione», ha dichiarato la premier.

La Bielorussia ha smentito le accuse

Dopo i tagli di cavi sottomarini, i sabotaggi e le incursioni di droni, i palloni aerostatici sono l’ultima frontiera dell’arsenalizzazione condotta da Mosca e dai suoi alleati per lanciare azioni ormai in tutta Europa, mentre il fianco est dell’Unione e della NATO somiglia sempre di più a un vero e proprio laboratorio del conflitto non lineare.

In realtà, l’impiego di palloni aerostatici non è una novità per la Lituania, né per le altre repubbliche baltiche: come vi abbiamo raccontato nella seconda puntata del nostro speciale sulla guerra ibrida, Vilnius denuncia da tempo incursioni di palloni aerostatici provenienti dalla Bielorussia.

L’obiettivo, di norma, è il contrabbando: in Bielorussia, a Grodno, una città non distante dal confine con la Lituania e la Bielorussia, sorge uno stabilimento che secondo i rapporti dell’intelligence lituana produce cinque volte il fabbisogno nazionale di sigarette; la sovrapproduzione è destinata al contrabbando, che costituisce una delle più importanti voci di bilancio del regime di Lukashenko, e i contrabbandieri sono spesso guardie di frontiera e agenti dei servizi di sicurezza bielorussi.


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