Cultura

Pale Blue Eyes – New Place

Il nuovo album dei Pale Blue Eyes, duo formato dall’affiatata coppia (anche nella vita) Matt e Lucy Board, ha avuto una genesi travagliata per dolorose vicende personali che hanno toccato la loro vita, in quanto lo scorso anno è venuta a mancare la madre di Matt a causa di una malattia degenerativa.

Credit: Bandcamp

Il cambiamento diventa così l’inevitabile fonte di ispirazione in grado di guidare le nuove canzoni come un fil rouge invisibile, nonostante poi sul versante musicale le soluzioni adottate abbiano previsto delle variazioni su un tema ormai collaudato e già ampiamente apprezzato con i due precedenti lavori discografici.

La capacità della band di incanalare il dolore per quanto vissuto internamente ha fatto sì che al centro del progetto non vi fosse certo un opprimente senso di mestizia, anzi, alcune tracce in particolare emanano tutt’altro (penso a una “Pieces of You” che trabocca di atmosfere alla Cure versante pop, altezza “Friday I’m in Love” per intenderci), con esito finale che risulta permeato da una grande atmosfera.

Sono canzoni, quelle contenute in “New Place”, che un po’ si discostano dai nobili numi tutelari ben messi in evidenza soprattutto ai tempi del brillante esordio “Souvenirs”, sposando ora nel migliore dei modi l’attitudine eighties (che emerge nella fattispecie in “Rituals”, “On the Surface” o in quell’incalzante calderone sonoro che è “How Long Is Now” posta apertura di scaletta).

Rimangono, però, e per fortuna mi vien da dire, anche quei momenti più sospesi e avvolgenti (in odor di Cocteau Twins) che mi avevano fatto innamorare del gruppo, esemplificati ottimamente da episodi come “The Dreamer”, il cui titolo dice già tutto, la soave “Be There” (con la partecipazione di Rachael Swinton, cantante dei Cloth, duo di rock elettronico di Glasgow), per non dire della toccante “Our Lost Words” che affonda le radici nel proprio intenso vissuto personale.

In conclusione, quella dei Pale Blue Eyes con questo terzo capitolo discografico, è una piacevole conferma della bontà di un percorso in cui convivono soluzioni ricercate (soprattutto negli arrangiamenti) e immediatezza, il tutto corroborato da una buona dose di energia che specie dal vivo ha modo di sprigionarsi appieno.


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