Salute

Paese che vai, zanzara che trovi: origine e differenze di Dengue, Chikungunya e West Nile


Ad oggi non ci sono cure e i trattamenti sono sintomatici anche se recentemente è stato approvato un vaccino negli Usa, non disponibile in Europa.

I sintomi scatenati dalla Dengue

Il virus della Dengue ha come ospite principale l’uomo, ma non c’è contagio diretto tra esseri umani: circola nel sangue della persona infetta da 2 a 7 giorni e se in questo periodo si verifica la puntura di una zanzara questa può trasmetterlo ad altri. Dopo 5 o 6 giorni dalla puntura, se si sviluppa la malattia, si può avere una febbre molto alta, mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. In genere si guarisce completamente in 2 settimane. Raramente l’infezione può evolvere in febbre emorragica – che si presenta soprattutto in un secondo episodio di infezione – con emorragie gravi che possono causare veri e propri collassi e, anche se in casi rari, risultare fatali. Per la prevenzione esistono due vaccini: uno indicato solo per le persone che si sono già infettate, l’altro efficace contro i diversi sierotipi del virus, il cui uso va però valutato di volta in volta.

West Nile: i serbatoi del virus sono gli uccelli

A differenza delle altre due infezioni, a trasmettere il virus West Nile non è la zanzara tigre, ma il tipo Culex. Anche in questo caso non c’è trasmissione da uomo a uomo e i “serbatoi virali” sono soprattutto gli uccelli. Più lunga – in relazione alle altre due arbrovirosi – l’incubazione dopo la puntura, visto che i sintomi possono presentarsi anche a distanza di 14 giorni e possono passare persino 21 giorni nelle persone con un deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infettate non sviluppa sintomi, ma nel caso si presentino, per circa il 20% dei contagiati si tratta di forme leggere: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. L’80% è asintomatico e solo l’1% dei casi rischia un aggravamento legato all’età e alle condizioni di salute già compromesse. I sintomi più gravi possono essere febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi, il virus può causare un’encefalite letale e non esiste una terapia specifica.

Per tutti i virus la regola principale è prevenire il contagio

Qualunque sia il nome del virus o la zanzara vettore, la prevenzione resta l’arma più efficace per prevenire il contagio. Ecco le raccomandazioni degli esperti: usare repellenti per zanzare, indossare abiti che coprano il corpo, dormire sotto zanzariere, e se possibile, soggiornare in luoghi con aria condizionata o zanzariere alle finestre. È anche importante eliminare i luoghi di riproduzione delle zanzare, come acqua stagnante (fioriere e piscine per bambini), e parlare con il medico della prevenzione vaccinale, specialmente se è previsto un viaggio nelle aree endemiche.

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