Cultura

Ozric Tentacles – Lotus Unfolding :: Le Recensioni di OndaRock

È sempre stimolante incrociare gli Ozric Tentacles.
La pirotecnica band guidata dal deus ex machina Ed Wynne è giunta ormai alla quarta decade della propria storia, un percorso attraverso il quale ha condiviso un’imponente sequenza di album (più di venti, tra studio, live e raccolte).
Prodotto tra il 2022 e il 2023, “Lotus Unfolding” è il titolo del loro nuovo lavoro, un progetto nel quale Wynne incapsula il tipico mix interamente strumentale composto da psichedelia, elettronica, progressive, space-rock e world music: una gamma abbagliante di vivaci melodie e atmosfere che suonano ancora fresche e soprattutto coerenti con lo stile che li ha resi un caposaldo del settore.

Da anni, la formazione capitanata da Ed si è praticamente trasformata in un affare di famiglia, vista la consolidata presenza dell’ex-moglie Brandi al basso e del figlio Silas Neptune alle tastiere, ai quali si aggiunge il valoroso apporto di Saskia Maxwell (flauto), Tim Wallander (batteria) e Paul Hankin (percussioni).
Il menu proposto dalla formazione inglese rappresenta l’ennesima escursione sonora che attraversa i numerosi regni musicali esplorati nel suo pellegrinaggio artistico, iniziato nel lontano 1983.
Siamo oggettivamente distanti dalle pagine scritte con i seminali “Pungent Effulgent” (1989), “Erpland” (1990), “Strangeitude” (1991) e “Jurassic Shift” (1993), autentici abbecedari per chi ama la commistione strumentale di chiaro stampo prog-psichedelico, ma l’immutata naturalezza stilistica, mista all’obbligatoria previsione di inserti elettronici (più vistosi rispetto al recente passato), indispensabili per modernizzare il loro verbo, si lascia ancora oggi apprezzare con fermo coinvolgimento.

L’opener “Storm In A Teacup” dà il via con eleganza e compostezza virtuosistica, seguita, a stretto giro, dai cangianti groove di “Deep Blue Shade”, le cui vivide melodie sono sorrette dall’inconfondibile chitarra di Ed Wynne. La serenità elargita dalla title track è la cosa più vicina a una sessione di yoga musicale, contrapposta alla vorticosa psichedelia di “Crumplepenny” e alle brillanti fragranze di “Burundi Spaceport”, che guizza tra sintetizzatori e un variegato catalogo di percussioni.
Ascoltare per intero un disco degli Ozric Tentacles non è un compito agevole.
Le sinapsi dell’area uditiva sono adatte a trasmettere un segnale a un solo neurone limitrofo, in modo mirato e non a caso. I nostri eroi si fanno un baffo di queste fondamentali comunicazioni nervose e continuano imperterriti, dopo tanti anni di onorato servizio, a metterle in stregante difficoltà.

“Lotus Unfolding” non sarà il loro album migliore, ma, di certo, non sarà stato di sicuro questo il prioritario obiettivo fissato da Ed Wynne per l’occasione. Piuttosto, per chi non avesse mai avuto il piacere di intraprendere un vero e proprio viaggio intergalattico sulla nave Ozric Tentacles, questo input potrebbe essere l’utile viatico per solleticarne un’eventuale programmazione.

07/04/2024




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »