Ozempic, Wegovy, Mounjaro, quanto mi costate?
“Questo riduce la mia capacità di vivere, perché per tutto il resto devo stare indietro con le spese. Voglio essere limitata fisicamente o finanziariamente? Quale dei due influisce meno sulla mia salute mentale?”, si chiede sconfortata l’australiana Jen in una recente intervista rilasciata a The Guardian. Obesa e in guerra con una dipendenza da cibo, ha trovato la soluzione al peso in eccesso con l’Ozempic, e con esso finalmente a quel costante food noise nella testa – un bisogno invincibile di mangiare a tutte le ore. Ma insieme al grasso si assottigliano anche le finanze: non essendo diabetica, il farmaco è a suo carico e se ne vanno 2000 $ all’anno. Può sembrare molto, ma c’è pure di peggio.
I costi di Ozempic & C
Un recente articolo su AP annuncia negli USA un taglio dei prezzi per i pazienti paganti, che ora possono avere Wegovy a 499 $ invece dei precedenti 650 $. La decisione segue un taglio simile effettuato a febbraio su Zepbound, della Eli Lilly. E in Italia? “Il prezzo varia a seconda della marca e del dosaggio. La terapia mensile si aggira in media sui 300-400 €”, spiega il dott. Warner Mainini, farmacista. Per ottenere la ricetta di Ozempic a carico del sistema sanitario, oltre a soffrire di diabete ci deve essere un impedimento all’uso della metformina. Dal 23 febbraio 2025 viene rimborsato, sempre ai diabetici, anche il Mounjaro (il cui principio attivo è la tirzepatide). Il farmaco è invece a pagamento per chi vuole dimagrire. Dallo scorso luglio l’AIFA ha autorizzato la commercializzazione tra i prodotti non rimborsabili di Wegovy (principio attivo semaglutide) indicato nello specifico per la perdita del peso.
Volano i consumi
L’uso dei Farmaci in Italia, rapporto 2023 dell’AIFA, rileva un’impennata soprattutto nei “due sottogruppi di farmaci in grado di ridurre in modo significativo il peso corporeo: gli analoghi del Glp-1, a cui appartiene la semaglutide, che registrano un aumento di spesa del 17,9% e dei consumi del 26,4%, con la sola semaglutide a impennarsi rispettivamente di +52,3 e +75,9%”. A livello globale il mercato non vacilla neanche un po’, ed è anzi destinato a crescere visto che, come stima la World Obesity Federation, nel 2020 saranno 1,9 miliardi gli obesi nel mondo. Presumibilmente si abbasseranno un po’ i costi a carico del paziente e del sistema sanitario: Mainini segnala che sono allo studio nuove molecole. Inoltre nel 2026 scadrà il brevetto per la semaglutide, e nuovi concorrenti si profilano all’orizzonte – paesi come Cina, India, Brasile e Canada sono pronti a lanciarsi nella redditizia avventura. Basti pensare che la Danimarca, paese in cui ha sede legale la Novo Nordisk, ha rivisto al rialzo il PIL per il 2025 grazie alle maggiori entrate dell’azienda farmaceutica (la cui capitalizzazione di mercato vale quanto il PIL di tutta la nazione danese). In un periodo in cui l’Europa si trova in una fase di stagnazione economica o di crescita lenta, le prospettive danesi sono più che rosee. “Il PIL per il 2024 è ora previsto in crescita del 3%, rispetto all’1,9% visto in agosto, mentre la proiezione per il 2025 è stata alzata al 2,9% dal 2,2% precedente, secondo le nuove previsioni”, riferisce Market Screener in un articolo di dicembre. Un comunicato del Ministero dell’Economia danese ne attribuisce il merito soprattutto all’azienda farmaceutica, cui si deve anche un quinto delle assunzioni nel paese. In un articolo di febbraio il Washington Post parla di un impatto “significativo” e riporta le stime di Jan Hatzius, capo economista alla Goldman Sachs, secondo cui “se 60 milioni di persone prendessero i farmaci da qui al 2028, il Pil aumenterebbe dell’1% – ossia di vari trilioni di dollari”. L’economista tiene conto del fatto che chi sta meglio lavora di più e pesa meno sulle casse sanitarie. Sempre che vada tutto nel verso giusto.
Non solo luci
Ozempic e affini sono efficaci nel migliorare sotto molti punti di vista la salute delle persone diabetiche e/o obese – dai parametri metabolici alla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e molto altro. Ma ci sono anche degli effetti avversi di cui tener conto e cui possono essere legati dei costi sanitari nascosti. Una review del 2024 parla di disturbi gastrointestinali, cefalea e sintomi influenzali, e di “eventi avversi gravi [che] variavano dal 7% al 25,2%”. Altri studi hanno osservato problemi alla vista, pancreatite e calcoli biliari. Qualcuno ricorre poi al chirurgo plastico per rimediare ai segni lasciati sul corpo e sul visto dal dimagrimento rapido.
Può avere un impatto sui costi sanitari anche il mercato nero alimentato da chi punta ad acquisti senza ricetta, magari anche risparmiando un po’ sulle spese. “L’e-commerce di prodotti su prescrizione è vietato. Le farmacie che lo offrono sono illegali”, avverte il farmacista. Di fatto, come denuncia uno studio pubblicato nel 2024 su Jama Network Open, circa il 42% delle farmacie che vendono semaglutide on line sono prive di licenza. E i prodotti non sono garantiti: lo studio ne ha osservato la bassa qualità, le potenziali contaminazioni e le difficoltà di dosaggio – con un maggior rischio di effetti avversi. D’altra parte, non è neanche corretto acquistare regolarmente i medicinali in farmacia senza averne diritto: li si sottrae a chi ne ha bisogno. “Nonostante la produzione sia stata aumentata, c’è ancora carenza di questi farmaci”, spiega il dott. Mainini. La regione Piemonte, dove lui lavora, ha una certa disponibilità del prodotto, ma ha dovuto comunque contingentarlo. “L’Ozempic viene dato solo ai diabetici e solo un pezzo per ricetta”. È dunque auspicabile che il farmaco venga usato solo da chi davvero ne ha diritto, ma anche che in un prossimo futuro il suo costo, certamente impattante per le casse della sanità, possa diminuire.
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