Lazio

Ottica Poma, trent’anni, sempre al passo con i tempi

Il 4 ottobre 2025 nella storica sede di via Angelo Viscogliosi 34, a Tor Tre Teste, Ottica Poma ha festeggiato con amici e clienti 30 anni di attività.

È un’azienda a conduzione familiare che grazie al lavoro di Flavio Poma, della moglie Franca e dei figli Gianluca, Giorgio e Gloria ha saputo reiventare il suo ruolo e aggiornarsi continuamente in questi anni di tumultuosi cambiamenti. Gianluca, Giorgio e Gloria partecipano sempre a corsi di aggiornamento sulle novità offerte dal mercato ed insieme a Flavio e Franca compongono la squadra al completo.

Tra i motivi del successo dell’impresa Flavio non ha dubbi: “la compattezza della famiglia, la forza che abbiamo messo ognuno di noi, i ragazzi, la mamma ed io e se i clienti tornano da noi è perché li abbiamo sempre consigliati al meglio, con prodotti buoni. Da noi mai prodotti scadenti. 

Alcuni clienti mi seguono dagli anni ’70, quando lavoravo a S. Giovanni perché da noi trovano assistenza e affidabilità”. 

Flavio, riferendosi a quella sua prima esperienza, lavorando presso un cugino che faceva l’ottico ricorda: “La mattina andavo al negozio. Per prima cosa dovevo spazzare per terra; dopo, nelle vetrine, dovevo passare lo straccio e pulire togliendo tutti gli occhiali, e rimettendoli a posto. Poi siccome mi è sempre piaciuto stare nel laboratorio, finito il giro, me ne andavo in laboratorio dove c’era un altro ragazzo, che montava gli occhiali ed io lo guardare, attento, imparando quello che faceva”.

Flavio mi mostra alcune foto “storiche” e intanto precisa: “Mi sono diplomato nel 1974 e poi nel 1977 ho fatto la mia prima esperienza nel quartiere di San Giovanni in via di Carlo Felice. Una foto è di quando abbiamo comprato, era di Vascellari. Un altra è di quando abbiamo ristrutturato nel 1985“.

Flavio, quando hai avviato la tua attività, eri partito come ottica e foto?

Sì, ottica e foto, perché comunque erano sempre legate. A proposito di foto, vi ricordate i funerali di Berlinguer a san Giovanni il 13 giugno 1984 con un milione di partecipanti? Eravamo in dodici dentro al negozio, a vendere pellicole. Io facevo vai e vieni dal fornitore. Mi pare che abbiamo incassato, quel giorno una cosa tipo 1 milione e 200 mila lire!

Poi per le foto è cambiato tutto?

Con l’arrivo del digitale, praticamente è finita la fotografia. Magari fanno il fotolibro, però la stampa non usa più. Però secondo me, ci sarà un ritorno, perché prima o poi ci renderemo conto che conto le migliaia di foto rimangono sepolte negli smartphone. Poi cambi telefono e… ti perdi tutto.

Torniamo alla storia dell’azienda

A San Giovanni abbiamo poi ceduto nel 1987, perché con l’avvento dei ragazzini, o mettevo dentro un dipendente e finiva la storia a tarallucci e vino, perché poi devi fare una metà per uno, e pertanto abbiamo ceduto. Io ho continuato a fare il jolly, perché facevo applicazioni lenti a contatto, a destra e a sinistra, a via Anagni, a Piazza Re di Roma, insomma, avevo vari punti d’appoggio.

Poi nel 1995 i miei figli hanno deciso, dicendomi: “Va bene, perche non apriamo un negozio di ottica a Tor Tre Tete, visto che non c’è nessuno?” Va bene, OK. Apriamo. E così è cominciata la storia del negozio di via Viscogliosi.

Invece l’altro negozio è stato aperto nel 2002. Perché una domenica mattina è arrivato mio figlio Gianluca e ha detto “ma anche a Casal Monastero non c’è nessun negozio di ottica?” Va bene, andiamo a vedere.

Com’è cambiato il mestiere?

È molto cambiato. Avrete notato, tutte queste pseudo fabbriche? Che cosa fabbricano, poi ce lo dovrebbero spiegare, anche perché forse è un escamotage per pagare meno tasse e passare sull’artigianato… Però non è corretto, che fabbrichi? Tu Comune che dai una licenza a una fabbrica di occhiali, mi devi dire dove li fabbrichi? Poi, di conseguenza, essendo artigianato, paghi meno tasse, paghi meno contributi sui dipendenti, paghi meno i dipendenti.

Che tipo di sviluppi ci sono stati nell’ottica in questi trent’anni?

La tecnologia è andata avanti tantissimo. Soprattutto per quanto riguarda le lenti multifocali, che oggi hanno un’adattabilità eccezionale. Ci sono svariate soluzioni che puoi applicare in base a quello che ti richiede il cliente in base alle suo abitudini quotidiane; c’è il direttore di banca che ha determinate esigenze e il falegname che ne ha delle altre.

Da un punto di vista professionale è un impazzimento?

No, perché siamo aiutati dalla tecnologia, dai programmi, e inserendo tutti i dati che riceviamo consentono di creare una lente personalizzata. Abbiamo i centratori elettronici. Ormai, rispetto a una volta che prendevi i puntini multifocali, a mano adesso c’è una foto ed è tutto computerizzato.

In questi trent’anni hai visto cambiare gli abitanti di Tor Tre Teste? Come?

C’è stato un un cambio generazionale ovviamente nei 30 anni, lo vedi che sta avvenendo continuamente, arrivano più famiglie, più giovani, bambini più piccoli. Diciamo che è diventato più anziana la zona di via Davide Campari rispetto a qui, alla parte più recente del quartiere.

La giovane generazione com’è?

La giovane generazione è difficile, è difficile perché comunque siamo ovviamente circondati da diverse realtà.
Per fortuna il cambio generazionale ci ha permesso di lavorare con persone più al passo con i tempi che ti aiutano quando gli spieghi qualcosa di nuovo. Il cliente giovane è più dinamico e ti da retta, ti ascolta maggiormente rispetto a chi ha una certa età e ha le sue idee ed è difficile smuoverlo. Quando facciamo occhiali multifocali e parli con una persona che ti ascolta, che vuole sapere, scoprire, capire è un conto, mentre il cliente anziano rimane più chiuso sulle sue convinzioni o pregiudizi.

Perché un anziano ti deve dare retta sulle multifocali?

Perché rispetto a 10 o 20 anni fa son cambiate completamente le geometrie delle lenti, dalla cosa più stupida, la centratura che prima prendevamo col pennarello adesso è computerizzata. C’è un mondo dietro che va scoperto ma se non mi dai modo di esporlo … anche economicamente perché è ovvio che io ti posso dare un prodotto di 10 anni fa o di 20 anni fa e funziona ma come un prodotto che funzionava 20 anni quando facevamo un multifocale e speravi di aver preso bene tutte le misure ecc. ecc. e poi potevi tirare un sospiro di sollievo mentre adesso stai rilassato, vendi il multifocale e sai che comunque vendi un prodotto che vale e il cliente va via contento con l’occhiale.

Diciamo un po’ come le automobili comunque quella vecchia ti porta da qui a là, ma quella nuova lo fa meglio.

Se vuoi spendere meno si la prendi la macchina di 20 anni fa però con tutta una serie di problematiche che aveva la macchina di quel tempo.

Da noi era ancora peggio perché quando entrava da noi qualcuno che doveva fare il multifocale perché magari te lo aveva consigliato l’oculista, facevi il conto di un milione o un milione e due e il cliente ti sbiancava davanti ed avevi la certezza che tu gli davi quel prodotto e non andava bene cioè gli stavi dando una “sola” come si suol dire a Roma, perché non funzionavano o meglio non funzionavano nella maniera corretta e dovevi autoconvincerti.

Anni fa si diceva che col multifocale poi c’è chi ci si trovava subito bene e chi ci si doveva adattare, invece adesso?

Come ti dicevo prima oggi io apro il computer faccio una foto l cliente, faccio la centratura dopodiché comincio a fargli delle domande: quante ore stai in macchina, quante ore stai davanti al computer, che tipo di lavoro fai e la lente viene costruita in base alle esigenze. Noi adesso creiamo il multifocale e la persona se ne va con l’occhiale senza avere fastidio, posso averlo esclusivamente abbassando lo sguardo perché chiaramente abbassi lo sguardo e c’è il pavimento sfocato ma ti basta una piccola inclinazione della testa per metterlo subito a fuoco.

In definitiva oggi l’adattabilità è eccezionale.

Nel periodo di Covid, la gente aveva capito che avere un negozio sotto casa è un plus e poi … 

Anche noi anziani ormai si ordina tramite internet; ma se si spengono le luci dei nostri negozi, la gente dove andrà a sbattere? Faccio riferimento a una signora che è entrata pochi minuti fa per una vitarella perché si era staccata ma se non c’è più l’ottico ma dove vai a mettere la vitarella? Cioè tu compri l’occhiale dal tabaccaio e poi se se ne va la vitarella dove vai?

Vai dai cinesi.

No, no, lascia perdere il cinese. Cambia le batterie agli orologi e mi apre l’orologio, poi al momento di richiuderlo non ci riesce e i clienti vengono qua

Immagino che cambi molto dal cliente che gli serve l’occhiale di bellezza tipo quello da sole e quello che ha bisogno di quello da vista.

Noi non puntiamo più sull’occhiale da sole perché l’occhiale da sole viene venduto nei centri commerciali. Ormai le persone passeggiano, vedono l’occhiale e se lo comprano, pertanto noi non facciamo più investimenti in quel settore.

Quindi un segreto è anche l’aggiornamento rispetto a quello che il cliente chiede.

Noi, per esempio, compriamo, investiamo, sugli occhiali da sole che possiamo ridurre in vista perché altrimenti occhiali moda, enormi, no non li compro.

Vedo in giro, anche se è passata l’estate, colori particolari delle lenti però mi ricordo che anni fa mi era stato spiegato che alcuni colori non vanno bene. È cambiato qualcosa?

Non è cambiato. Possiamo dire che continuano a fare male.

Un altro punto di forza è sui ragazzini, non so se avete mai sentito parlare delle Miyosmart?
Le lenti curative per la miopia cioè per cercare di non fare avanzare la miopia. Ed è possibile con queste nuove lenti, delle quali noi siamo esclusivisti. Grazie alla tecnologia D.I.M.S che combina una zona nitida per una visione chiara e una zona con defocus per rallentare l’allungamento del bulbo oculare, riesce a ridurre la progressione della miopia in media del 60% rispetto alle lenti monofocali.

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