Lazio

Ostia, fiamme negli stabilimenti balneari. Gualtieri sente il prefetto

Le fiamme si sono alzate nel cielo di Ostia poco dopo le 21, di ieri mercoledì 26 marzo 2025,  trasformando il lungomare in uno scenario infernale.

Quattro stabilimenti balneari – Plinius, Salus, Elmi e La Vittoria – sono stati divorati dal fuoco in quello che sembra essere un attacco mirato. Troppi roghi, troppa sincronia: il sospetto di un’azione dolosa prende sempre più piede.

L’ombra della ritorsione per la sentenza del Consiglio di Stato, che appena poche ore prima aveva confermato il via libera alle gare per l’assegnazione delle concessioni balneari, si allunga su questo attentato incendiario.

Un messaggio? Una vendetta? Gli inquirenti sono al lavoro, ma i segnali puntano tutti nella stessa direzione.

Il fuoco divora il litorale: quattro stabilimenti in fiamme

Tutto è iniziato con una chiamata ai Vigili del Fuoco, poco dopo le 21. Il primo rogo è scoppiato al Salus, accanto al Pontile, dove le fiamme hanno divorato alcune cabine.

L’intervento è stato tempestivo, ma appena spento l’incendio, un’altra emergenza: fiamme al La Vittoria, poi all’Elmi, poi al Plinius.

Le squadre dei pompieri, già impegnate sui primi roghi, si sono trovate a combattere un inferno multiplo, mentre il fuoco avanzava veloce, colpendo stabilimenti storici e bruciando attrezzature, cabine, persino i celebri pedalò a forma di cigno.

Al Plinius, le fiamme hanno fatto danni ingenti: un copertone usato come innesco lascia pochi dubbi sulla natura dell’attacco.

Un sospettato senza spiegazioni

Mentre gli investigatori lavorano senza sosta, un giovane di 25 anni viene fermato sulla spiaggia. Nel suo zaino, solo vestiti e un panino.

Nessun accendino, nessun materiale infiammabile, ma le sue risposte vaghe e la sua presenza senza una chiara motivazione hanno insospettito gli agenti. Potrebbe essere coinvolto? O è solo una coincidenza?

Le indagini proseguono a tappeto, anche perché negli ultimi mesi altri stabilimenti hanno preso fuoco, come il Le Dune, il Belsito e l’ex Faber Village. Troppi incendi per non vedere un disegno dietro le fiamme.

Concessioni balneari, il grande scontro dietro il rogo

L’incendio arriva all’indomani di una decisione storica: il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Roma, autorizzando le gare per la riassegnazione delle concessioni balneari. Un colpo durissimo per gli attuali gestori, che avevano ottenuto dal TAR del Lazio la sospensione del bando.

Da anni, la questione delle concessioni è al centro di una battaglia legale e politica. Secondo le regole europee, le spiagge sono un bene pubblico e non possono essere affidate per sempre agli stessi soggetti senza concorrenza.

La direttiva Bolkestein impone la messa a gara delle concessioni, ma l’Italia ha ritardato l’applicazione per anni, favorendo i rinnovi automatici.

Ora, la sentenza ha riaperto la partita: il Campidoglio potrà proseguire con le gare per 25 stabilimenti, 4 ristoranti e 11 spiagge libere del Municipio X. Una decisione che non è piaciuta ai balneari, che temono di perdere attività redditizie e di vedere i loro stabilimenti finire nelle mani di nuovi operatori.

Un incendio che infiamma le polemiche

Il sindaco Gualtieri ha subito allertato il prefetto e i consulenti legali, mentre l’assessore Zevi e il capo di gabinetto Ruberti sono arrivati a Ostia per valutare i danni.

Nel frattempo, la tensione cresce: chi ha appiccato quegli incendi? È stata una vendetta? Un segnale lanciato a chi ha osato sfidare il sistema delle concessioni?


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