Ospedale Spoleto, Proietti annuncia investimenti per 1,7 milioni. Comitati delusi
di Chiara Fabrizi
Un pacchetto di investimenti da 1,7 milioni gran parte dei quali per le sale operatorie. Il progetto del Terzo polo Foligno-Spoleto, redatto dalla precedente giunta di centrodestra, di fatto congelato in attesa del nuovo piano sociosanitario regionale. E il ripristino del Punto nascita ancorato essenzialmente a valutazioni tecniche, mentre i comitati cittadini chiedevano un impegno politico netto tanto quanto quello registrato in campagna elettorale. Questo, in sintesi, l’esito della lunga visita di mercoledì scorso della presidente Stefania Proietti e dalla direttrice regionale Salute e welfare Daniela Donetti all’ospedale di Spoleto, si servizi sanitari territoriali di via Manna e all’hospice, dove hanno incontrato medici, infermieri e, infine, i rappresentanti dei comitati.
Al personale dell’ospedale di Spoleto, Proietti ha annunciato un pacchetto di investimenti da 1,7 milioni di cui 900 mila euro destinati «alla messa in sicurezza delle sale operatorie», ulteriori 478 mila euro per «l’adeguamento tecnologico» e, infine, 300 mila euro per «le attività dei reparti». A dire che la «finalità dell’investimento è pure consentire l’ampliamento a 12 ore dell’attività chirurgica» è stato il consigliere regionale Stefano Lisci (Pd), anche se per raggiungere il risultato occorre con urgenza rimpolpare il personale anche infermieristico destinato alle sale operatorie.
Nei giorni scorsi, infatti, Francesco Moretti, segretario territoriale della Fsi-Usae, ha segnalato come la carenza di infermieri al San Matteo sia talmente pesante da aver fatto saltare alcune sedute chirurgiche programmate o aver provocato la chiusura del day surgery. Lo stesso Moretti, poi, aveva segnalato come nelle sale operatorie fosse necessario un investimento sui materiali utilizzati, alcuni dei quali danno segni di obsolescenza. Sulla carenza di personale sia Proietti che Donetti si sono limitate a dire, attraverso una nota diffusa dalla Regione, che «sono state ascoltate le esigenze delle varie équipe al fine di garantire un percorso di assunzioni tramite concorsi», mentre Lisci è entrato nel merito parlando dell’impegno di palazzo Donini a rinforzare le fila di «anestesisti, ortopedici, organico di Radiologia e cardiologi», dove c’è sempre da centrare la riapertura del reparto chiuso nell’ottobre 2020 durante l’emergenza Covid e mai ripristinato, come il Punto nascita.
Sulle sorti del progetto Terzo polo, Proietti e Donetti non si sono sbilanciate, spiegando che «la volontà è ridisegnare un ruolo centrale per il San Matteo all’interno della rete ospedaliera regionale prevista nel nuovo piano socio-sanitario». Molto oltre non si va, anche se c’è l’impegno a «investire strutturalmente sulla rete oncologica e la chirurgia robotica, con la prospettiva di creare un centro di formazione».
Infine, il Punto nascita considerato una struttura complessa fondamentale per garantire l’emergenza urgenza di un Dea di primo livello, qual è Spoleto almeno sulla carta. Sul punto il portavoce del City forum Leonello Spitella, che ha partecipato alla visita e poi al confronto coi comitati, ha manifestato la propria amarezza, spiegando che «Proietti si è sì impegnata, come aveva già fatto in campagna elettorale, a lavorare per ottenere la deroga ministeriale per la riapertura, facendo anche leva sulle norme specifiche previste per l’area del cratere del sisma, ma la nostra perplessità è legata al fatto che questo obiettivo fondamentale è stato vincolato a valutazioni tecniche di vario genere, mentre noi ci saremmo aspettati una presa di posizione politica». Un’amarezza, questa di Spitella, condivisa di fatto anche dagli altri comitati, gli stessi che hanno raccolto oltre 10mila firme a difesa dell’ospedale tra Spoleto e Valnerina e che ora dovranno capire come procedere.
Nella sua posizione ufficiale la Regione, infine, ha spiegato che sul Punto nascita è «confermata la massima attenzione e la volontà di esplorare tutte le vie possibili per ottenere una deroga, sebbene la prolungata chiusura comporti un iter amministrativo più complesso per garantirne operatività e sicurezza». Lisci dal canto suo ribadisce che «la riapertura del Punto nascita è un impegno che la presidente ha preso direttamente con la città in campagna elettorale e mercoledì questa volontà è stata confermata, pur nella complessità del percorso. Confidando pienamente – ha concluso Lisci – nel Piano sanitario regionale in fase di elaborazione e che, come emerso, sarà ampiamente partecipato con i territori, ferma restando la mia massima e costante attenzione su tutti questi temi».
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