Umbria

Ospedale di Perugia, risorse insufficienti per garantire il pareggio di bilancio


di Daniele Bovi

Il bilancio di previsione 2025 del più grande ospedale dell’Umbria è per ora in un equilibrio puramente formale il che – nei giorni in cui impazza lo scontro sui conti della sanità umbra – mette in evidenza quello che è probabilmente il vero elefante nella stanza: la reale sostenibilità di un sistema sanitario sottofinanziato. Il quadro emerge dall’atto con il quale nelle scorse ore la giunta regionale di Stefania Proietti ha preso atto del previsionale 2025, comprensivo dei richiami del collegio sindacale che – come già accaduto in passato – ha dato l’ok solo per non compromettere l’operatività dell’Azienda.

I problemi Il collegio (un organo di controllo interno che vigila complessivamente sulla gestione) parla infatti di «incoerenza della struttura numerica del bilancio», dato che il valore della produzione è «chiaramente insufficiente nel complesso e quindi inidoneo a ipotizzare un pareggio di esercizio». Il collegio su questo fronte sottolinea che ci sono dei costi, come quelli per il personale, per i farmaci e per i dispositivi medici, «palesemente sottostimati se rapportati alla storicità pregressa e agli aumenti ragionevolmente prevedibili per l’esercizio 2025». Per l’organismo interno al Santa Maria quindi l’equilibrio potrà essere garantito solo una volta ripartite in modo definito le risorse. Il collegio perciò ribadisce la necessità che la Regione «abbia chiara e ferma conoscenza della insufficienza delle dotazioni finanziarie».

Nodo risorse E qui si arriva al nodo. Il direttore generale dell’Azienda, Giuseppe De Filippis, nella sua relazione osserva infatti che nel quadro di un sistema sanitario sostanzialmente sottofinanziato, le risorse per il Santa Maria oltre a essere provvisorie (il riparto del Fondo nazionale per il 2025 non è stato fatto, mentre per il 2024 è stato formalizzato solo alla fine dello scorso gennaio) sono anche sottodimensionate rispetto agli obiettivi. In particolare, i costi previsti per beni sanitari e dispositivi medici risultano inferiori alla media degli ultimi tre anni, rendendo necessario un adeguamento del finanziamento. L’unico modo per tentare di raggiungere il pareggio di bilancio – scrive – è un incremento dell’attività assistenziale, il che però rischia di acuire il divario tra finanziamenti e costi effettivi.

Farmaci e personale Un altro punto critico riguarda la spesa farmaceutica: sia l’Azienda che il collegio sindacale hanno segnalato che i tetti previsti per il 2025 sono stati calcolati sulla base del Fondo sanitario 2023, risultando significativamente inferiori all’andamento della spesa degli ultimi esercizi. Quanto al tetto di spesa per il personale, per il dg quello imposto per il Santa Maria è troppo basso anche rispetto a quanto stabilito dalla normativa: da qui la richiesta di un riequilibrio.

Margini stretti Da quanto riportano gli uffici di Palazzo Donini però i margini di manovra non sono ampi. I tecnici osservano infatti che «non è possibile stimare per l’anno 2025 un’eventuale integrazione al finanziamento tale da presupporre il superamento delle criticità nel raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario rappresentate dall’Azienda stessa». Da qui l’invito a stringere la cinghia, cioè a «mettere in campo ogni intervento utile a contenere i costi di sistema», ovviamente senza che ciò incida sulla capacità di garantire i servizi ai cittadini. Il problema è capire se è possibile: De Filippis nella relazione spiega infatti che – al di là delle razionalizzazioni già fatte e di quelle in programma – per un ospedale come quello di Perugia i margini di manovra sono estremamente limitati, e che la strada per migliorare i conti passa da un aumento della produzione e dei finanziamenti. Oltre a ciò su tutta una serie di costi incidono dei fattori esterni non governabili.

La riforma Nel medio lungo periodo potrebbero incidere le riforme che la giunta regionale ha in mente. Giorni fa la presidente Stefania Proietti nel corso della conferenza stampa dedicata ai conti è tornata sul tema di una «holding» che raggruppi tutte e quattro le aziende, senza scendere in troppi dettagli. Quel che è certo è che nel programma elettorale si parla della «realizzazione di una struttura di integrazione tra le quattro aziende sanitarie regionali (Umbria1, Umbria2, Ospedaliera di Perugia e Ospedaliera di Terni) al fine di coordinare le attività non specificamente connesse alla missione sanitaria». Altrettanto certo è che il dibattito sull’assetto istituzionale della sanità umbra va avanti da oltre un decennio e che, su questo capitolo, si sono bruciate maggioranze di diverso colore.

La riunione Giovedì intanto si è tenuto il primo incontro tra i sindacati della sanità e la Direzione regionale Salute e welfare, con la partecipazione di Proietti. È stata condivisa la volontà di un confronto permanente per affrontare le criticità del sistema sanitario. Tra i temi discussi: sicurezza sul lavoro con il progetto «Umbria contro ogni genere di violenza», il nuovo Piano sociosanitario, il benessere organizzativo, la gestione delle risorse per le prestazioni aggiuntive e la carenza di personale. Aggiornato poi l’accordo sull’indennità di pronto soccorso, includendo il Servizio di Elisoccorso. I sindacati auspicano che il dialogo continui per migliorare il sistema sanitario regionale.

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.



Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »