Oro, argento e titoli minerari fanno faville e gli investitori se ne sono accorti
Il prezzo dell’oro è in forte ascesa da oltre un anno, avendo toccato una serie di massimi storici. Inoltre, l’argento e i titoli minerari auriferi e argentiferi hanno anch’essi registrato forti rendimenti. Dal mio punto di vista, l’aspetto particolarmente interessante è che gli investitori tradizionali hanno finalmente iniziato a prenderne atto.
L’ascesa dei metalli monetari (l’oro quotato in dollari è salito del 47% da inizio anno a fine settembre e l’argento del 61%) riflette una convergenza di fattori macroeconomici favorevoli, nessuno dei quali mi aspetto cambi a breve. Questi includono:
- Un dollaro più debole, che sembra avere il sostegno dell’amministrazione Trump. L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto alle altre valute, è sceso del 9,9% da inizio 2025 fino a settembre.
- Attese sui tassi di interesse reali – i prezzi dell’oro si muovono generalmente in modo inverso ai tassi reali. La Federal Reserve (Fed) statunitense ha iniziato a tagliare i tassi d’interesse, il che è generalmente positivo per i metalli monetari. Un ritardo nel ciclo di riduzione dei tassi della Fed sarebbe negativo per l’oro.
- Crescono le preoccupazioni per la sostenibilità del bilancio del governo statunitense e per l’aumento del deficit, nonché per l’impatto che questo ha sullo status risk-free dei Treasury statunitensi.
- L’aumento dell’incertezza geopolitica e di mercato, che gioca a favore del ruolo tradizionale dell’oro come bene rifugio.
Un elemento singolare del rally dell’oro, dell’argento e dei titoli auriferi e argentiferi è il fatto che la loro performance nella prima metà dell’anno non abbia attirato flussi di investimento significativi negli ETF da parte di investitori tradizionali long-only, sia privati che istituzionali. Il rally dei prezzi nella prima metà di quest’anno è stato alimentato soprattutto dagli hedge fund che hanno seguito il momentum del mercato dei futures. Tuttavia la situazione è cambiata: il ritmo dei flussi verso gli ETF sull’oro, l’argento e i titoli auriferi e argentiferi è ora in aumento. Nell’ultima settimana di settembre i flussi netti globali verso gli ETF sull’oro sono stati di 3,7 miliardi di dollari, per un totale investito in ETF sull’oro di 462 miliardi di dollari, secondo il World Gold Council.
Un altro segnale della popolarità dell’oro è stato il commento di Mike Wilson, Chief Investment Officer di Morgan Stanley, che il mese scorso ha affermato che un portafoglio composto al 60% da azioni, al 20% da obbligazioni e al 20% da oro avrebbe offerto una maggiore copertura contro l’inflazione rispetto a un portafoglio tradizionale 60 azioni / 40 obbligazioni. Le banche centrali continuano ad acquistare attivamente l’oro, che utilizzano come principale asset di riserva per proteggersi dall’inflazione e dai rischi, e anche questa tendenza ha sostenuto il mercato. Secondo il World Gold Council, le banche centrali hanno accumulato oltre 1.000 tonnellate d’oro in ciascuno dei tre anni precedenti il 2025, rispetto alla media annuale di 400-500 tonnellate del decennio precedente.
Per quanto riguarda i titoli delle società aurifere e argentifere, anche le loro azioni hanno registrato un forte rialzo quest’anno, partendo però da una base molto bassa. L’ETF Van Eck Gold Miners è salito del 125% da inizio anno fino a settembre. Tuttavia, a mio avviso, le valutazioni dei titoli minerari rimangono modeste, con le azioni ancora al di sotto delle loro medie di lungo periodo in base al price-to-cash-flow e al price-to-NAV. Ritengo che l’aumento della redditività, la solidità dei bilanci e il miglioramento della disciplina del capitale possano favorire un’ulteriore rivalutazione dei titoli auriferi e argentiferi.

L’argento è spesso considerato come un metallo monetario più volatile rispetto all’oro, in quanto tende ad amplificare i movimenti dell’oro sia al rialzo che al ribasso. Ho accennato all’aumento dell’argento quest’anno ma in ottobre il metallo bianco ha superato i 50 dollari l’oncia, toccando un nuovo record. Ciò che rende l’argento particolarmente interessante è il suo persistente deficit di offerta: dal 2021 la domanda ha superato l’offerta e si prevede che lo farà anche quest’anno, secondo il Silver Institute. Questa carenza riflette la crescente domanda di argento per usi industriali: elettronica, batterie avanzate, pannelli solari e tecnologia medicale. La domanda industriale è aumentata del 4% nel 2024.
A mio avviso, l’oro e l’argento sono denaro reale, non possono essere stampati da governi o banche centrali. L’argento, insieme alle società aurifere e argentifere, tende a essere più volatile dell’oro. Riteniamo che l’oro, l’argento e i titoli minerari debbano giocare un ruolo importante in un portafoglio d’investimento ben diversificato, soprattutto nel mercato attuale e nel contesto macroeconomico. È positivo vedere che gli investitori long-only ne stanno finalmente prendendo atto.
*gestore del Jupiter Gold & Silver fund
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