«Ora basta, vi denuncio». E scrive a Nas e Procura
CAMERATA PICENA – Da un anno e mezzo attende di fare una risonanza magnetica nelle Marche senza successo. E alla fine Patrizio Pierini, 73enne che vive a Camerata Picena, ha perso la pazienza, si è messo al computer e ha scritto una lettera che denuncia la sua paradossale situazione, e l’ha inviata all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, al Nas (Nucleo Antisofisticazione e Sanità) dei carabinieri, e alla Procura.
Il disservizio
«Da 18 mesi avevo la necessità di effettuare una risonanza magnetica alla mascella – racconta Pierini – ma nelle Marche non sono riuscito ad usufruire di questo servizio. Il centralino del Cup mi ha ripetuto per mesi la stessa litania, assicurandomi che mi avrebbero messo in lista d’attesa, ma dopo numerosi solleciti durati oltre un anno, non ho mai avuto alcun riscontro concreto».
Il distinguo
Pierini è una persona tranquilla, ma ha deciso di combattere la sua battaglia per una sanità più giusta. «Dopo quanto mi è accaduto – il commento amaro – ho dedotto che nelle Marche è impossibile effettuare il tipo di esame di cui avevo bisogno: non sono riuscito a sottopormi ad una risonanza magnetica. L’unico modo per ottenere una prestazione che dovrebbe essere garantita dal sistema sanitario regionale è andare a pagamento, spendendo circa 400 euro, con un’attesa che allora diventa di pochi giorni. Insomma, la morale è sempre la stessa: se paghi puoi curarti, altrimenti no». Ma Pierini non si rassegna e racconta che la stessa risonanza è riuscito a farla in Emilia Romagna, aspettando poco tempo. «Mi sono sottoposto all’esame all’ospedale Maria Cecilia a Cotignola in provincia di Ravenna, con un’attesa di poche settimane».
Il rispetto della legge
Da qui gli è venuta l’idea di inviare la raccomandata a diversi destinatari – tra i quali l’assessore Saltamartini – denunciando il disservizio subito nelle Marche e definito «uno scandalo» con l’aggiunta della «beffa» per i tempi di attesa decisamente abbattuti in caso di prestazione a pagamento. «Chiedo che venga perseguito ai sensi di legge chiunque risulti responsabile di questa grave situazione di disservizio». La chiusura delle agende di prenotazione è vietata dalla legge 266/2005.
L’appello social
E così ha invitato gli amici a condividere la sua denuncia social: «Se una persona protesta è un pazzo –scrive citando Giorgio Gaber – se sono 100 possono farsi ascoltare, se sono 1 milione di persone possono cambiare il mondo per davvero». Forse il mondo non lo cambierà ma si è messo in testa di dare il suo contributo per cambiare almeno la sanità marchigiana.