Optoma Photon Go recensione: ha senso un proiettore portatile con ottica ultra corta?
L’Optoma Photon Go è un proiettore laser portatile che promette immagini fino a 100 pollici con soli 25 cm di distanza dalla parete, grazie alla sua ottica a tiro ultracorto (UST).
Oltre a essere leggero e compatto, questo proiettore è anche autonomo, perché integra Google TV ed è dotato di una batteria interna, che gli permette di essere usato in mobilità.
Ma quanto è davvero pratico un proiettore UST quando si parla di portabilità vera? Un’ottica di questo tipo richiede infatti un posizionamento molto preciso: se l’angolo o l’appoggio sono anche solo leggermente fuori asse, l’immagine ne risente in modo evidente.
Riuscirà quindi Photon Go a trovare un equilibrio efficace tra praticità e qualità visiva? Scopriamolo nella nostra recensione di Optoma Photon Go.
Design e qualità costruttiva
Dal punto di vista costruttivo, Optoma Photon Go si fa notare subito in positivo. Le dimensioni sono contenute (25,2 × 15,7 × 6,2 cm), il peso è ridotto (1,72 kg) e il design è sobrio ma con una sua eleganza: si integra bene sia in un classico salotto che in ambienti più temporanei, come una stanza d’albergo o una sala riunioni.
La scocca in plastica opaca è ben assemblata, priva di flessioni o rumori, e restituisce una sensazione generale di solidità, pur rimanendo leggera da trasportare. La parte superiore in tessuto dona un tocco di eleganza che non guasta.
Tutte le porte e i pulsanti presenti sono sul retro: una HDMI 2.0, una USB-C per l’alimentazione, una USB-A, una porta Ethernet e una uscita audio ottica (SPDIF). Al loro fianco c’è il tasto di accensione, in una posizione forse un po’ scomoda, a vantaggio però della pulizia del design frontale.
Non manca nulla di fondamentale, ma c’è una scelta un minimo discutibile: l’assenza di un’uscita jack da 3,5 mm, che avrebbe fatto comodo in alcuni contesti, senza rubare poi tanto spazio sul proiettore stesso.
Altro limite pratico più importante è la mancanza di piedini regolabili: il proiettore non offre alcuna possibilità di inclinazione meccanica, né piedini a vite o basette inclinabili. Questo significa che, per ottenere un’immagine dritta e simmetrica, è indispensabile appoggiarlo su una superficie perfettamente piana e in bolla. In un prodotto pensato anche per l’uso “on the go“, questa rigidità può creare problemi, soprattutto se lo si usa su mobili bassi, tavoli instabili o superfici improvvisate.
In compenso è presente il classico supporto per treppiedi, che consente un posizionamento più semplice, sia in mobilità che non, a condizione ovviamente di avere gli accessori adatti.
Scheda Tecnica
Optoma Photon Go è un proiettore DLP a risoluzione nativa Full HD (1.920 × 1.080 pixel) a 60Hz, compatibile con segnali fino al 4K tramite HDMI.
La sorgente luminosa è un modulo laser RGB a triplo canale, una soluzione più sofisticata rispetto ai LED standard, che consente una copertura del 110% dello spazio colore BT.2020, che è il riferimento per i contenuti UHD e conferma la sua buona capacità di riprodurre colori vividi, saturi e ben distinti.
La luminosità nominale è di 650 lumen (ISO), che salgono fino a circa 1.200 in condizioni di picco. Non siamo sui livelli dei proiettori fissi da salotto di fascia alta, ma per un dispositivo portatile si tratta di un valore più che adeguato, soprattutto se si utilizza in ambienti semi oscurati.
Chiariamo quindi che non è questo il proiettore adatto a sostituire una TV in pieno giorno, ma per un uso serale o in stanze con luce controllata l’esperienza è più che soddisfacente, tanto che la sola grandezza della proiezione basterà per strappare qualche “WOW!”
Uno degli elementi distintivi del Photon Go è l’adozione di un’ottica ultra short throw (UST) con rapporto di proiezione 0,18:1. In pratica, basta una distanza di circa 25 cm dalla parete per ottenere un’immagine da 100 pollici (60 pollici da appena 10 centimetri).
Un vantaggio enorme in termini di ingombro, soprattutto in spazi piccoli e in mobilità, dove non è sempre facile trovare lo spazio per un proiettore tradizionale, ma che richiede grande precisione nel posizionamento: anche un’inclinazione minima della base o un dislivello della superficie può compromettere la geometria dell’immagine, e le eventuali imperfezioni della parete incidono di più sul risultato rispetto a un proiettore a ottica standard.
Non è una tecnologia plug-and-play nel senso tradizionale del termine, e questo va chiarito bene.
Il proiettore ci mette del suo grazie alla correzione automatica del trapezio e alla messa a fuoco automatica, che fanno il possibile per adattare al meglio l’immagine alla superficie di proiezione, ma anche questi automatismi hanno i loro limiti.
Il supporto HDR10 e HLG è presente, ma va letto con attenzione: i vantaggi dell’HDR dipendono in buona parte dalla luminosità di picco, che in questo caso è buona per un proiettore di questa fascia, ma comunque limitata. Il risultato è un’immagine con un buon contrasto (al buio), ma con una gamma dinamica inferiore rispetto a molte TV di pari fascia di prezzo o a proiettori più luminosi.
Il dato sull’input lag è di circa 27 ms, sufficiente per le esigenze del gamer comune, anche su via console. Solo chi sia un vero appassionato potrebbe lamentarsi, ma del resto questo non è un proiettore pensato per il gaming e non avrebbe senso farlo.
Sia chiaro infatti che la latenza percepita durante la riproduzione di contenuti in streaming è minima, e l’esperienza è fluida anche con segnali AV1 e H.265, compatibili nativamente.
Sul fronte rete, il proiettore integra un modulo Wi-Fi dual band (2,4 e 5 GHz), che garantisce una connessione stabile anche con flussi video ad alta risoluzione (che è comunque limitata e quindi difficilmente può rappresentare un collo di bottiglia).
Infine, la durata della sorgente luminosa è stimata in 20.000 ore, senza necessità di manutenzione o sostituzione. Un valore in linea con gli altri proiettori laser compatti, e che garantisce anni di utilizzo quotidiano, senza pensieri.
Per quanto riguarda invece la parte Android, il processore è un MediaTek (M7332) quad-core Cortex-A53 a 1,550 GHz, con 2 GB di RAM e 32 GB di archiviazione.
Audio: è anche uno speaker Bluetooth
Photon Go integra due altoparlanti da 10 watt con supporto Dolby Audio, una configurazione superiore rispetto a quella di molti altri proiettori portatili, e valorizzata dal design stesso del proiettore.
La resa sonora, però, va contestualizzata.
Per un utilizzo tipico, guardare un film, seguire una serie, riprodurre video da YouTube, l’audio è sufficiente. Le voci sono chiare, la pressione sonora è adeguata per ambienti medio-piccoli e il volume massimo è gestibile senza distorsioni gravi. Anche i bassi sono più presenti del previsto, pur senza esagerare.
Man mano che si alza il volume però le frequenze medio-alte tendono a irrigidirsi e non c’è mai un grande senso di spazialità. In pratica, la qualità è comparabile a quella di uno speaker Bluetooth di fascia medio-bassa, il che ripetiamo essere anche più di quanto ci si aspetti da un proiettore portatile.
Detto questo, Optoma ha comunque implementato una modalità altoparlante Bluetooth, che consente di usare il proiettore come speaker wireless, senza scomodare la parte video. In questa modalità, la batteria integrata garantisce circa 4 ore di autonomia, contro le 1,5 ore di video e audio. È una cosa utile appunto in un’ottica di mobilità, in modo da non portarsi dietro due dispositivi diversi, ma non in termini di qualità.
Per chi cerca un audio più convincente, è possibile collegare una soundbar o un sistema audio esterno tramite l’uscita ottica SPDIF, ma questo vale per lo più nel salotto di casa, e in ogni caso non è questo il proiettore pensato per integrarsi con soundbar di alta qualità, per limiti tecnici suoi (come la mancanza di Dolby Atoms).
Telecomando
Il telecomando Bluetooth di Photon Go è molto simile a quello standard per Google TV, con un paio di variazioni.
Intanto è più grande della media, pur non presentando un maggiore numero di tasti. Questo favorisce l’impugnatura, ma lo rende un pelo più scomodo da usare, perché il pollice non raggiunge bene tutti i tasti senza spostare il telecomando stesso. Secondariamente c’è un po’ meno feedback al tocco rispetto ai modelli più piccoli, con i tasti grandi e gommosi che attenuano il click.
C’è poi un pulsante dedicato alle impostazioni del proiettore, a scapito di uno dei tasti dedicati alle app.
Rimangono quelli per YouTube, Netflix e Prime Video, che da soli copriranno buona parte delle esigenze dello spettatore tipo.
Il tasto del volume, se premuto al centro, innesca l’autofocus, ma la morbidezza dei tasti non aiuta troppo in questo.
L’alimentazione è affidata a 2 batterie AAA, incluse in confezione (particolare non così scontato come si potrebbe pensare).
Esperienza d’uso e qualità visiva
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, la qualità di qualsiasi proiettore a tiro ultracorto, non solo di Photon Go, è strettamente legata al suo posizionamento: se il piano d’appoggio non è perfettamente livellato o se il proiettore è anche solo leggermente fuori asse, l’immagine risulterà inevitabilmente deformata, con bordi curvi o scritte oblique.
Il sistema automatico di messa a fuoco e correzione trapezoidale, basato su tecnologia Time of Flight, aiuta nella configurazione iniziale, ma non può fare miracoli. In contesti non ottimali l’immagine tende comunque a perdere simmetria: una superficie di appoggio irregolare, una parete con leggere ondulazioni (i proiettori UST esaltano gli eventuali difetti della parete, non a caso si consiglia di usarli con schermi ALR), un appoggio provvisorio: in mobilità le situazioni al limite possono essere moltissime.
Per ottenere risultati ottimali è meglio disattivare gli automatismi e intervenire manualmente, dopo aver sistemato correttamente il dispositivo (l’utilizzo di una livella non è da escludere). È una procedura che richiede qualche minuto e una certa attenzione e perizia.
Chi voglia tenere il proiettore fermo in salotto dovrà farla una volta sola, e quindi poco male, ma in un modello portatile come questo potrebbe risultare più tedioso. Del resto è a questo che servono gli automatismi di cui sopra: a velocizzare le cose quando siamo “di fretta”, anche a scapito della “perfezione”.
Esempio di parete non perfetta e distorsioni evidenti
Una volta configurato correttamente, la resa visiva del Photon Go è molto buona, tenendo conto delle sue caratteristiche. La tecnologia DLP Full HD, abbinata alla sorgente laser RGB, garantisce una buona resa cromatica, offrendo una riproduzione dei colori equilibrata, con buoni livelli di saturazione e una discreta profondità.
Su schermi da fino a 80 pollici, l’immagine è nitida e ben contrastata; sopra i 90 pollici, invece, si cominciano a notare cali di uniformità e una leggera perdita di definizione sui bordi.
Anche i dettagli nelle zone scure risultano ben leggibili, a patto di non avere sorgenti luminose esterne.
In ambienti parzialmente oscurati, Photon Go si comporta infatti bene. La luminosità non è elevatissima, ma sufficiente per godersi film o serie TV in condizioni di luce controllata. Al contrario, in presenza di luce naturale o lampade dirette, l’immagine perde vivacità, soprattutto nei toni medi e scuri. Nulla di sorprendente, considerando il formato portatile e le caratteristiche del proiettore: Photon Go non vuole in alcun sostituire una TV, ma può offrire una buona alternativa in situazioni adatte.
Il supporto a contenuti HDR è presente e funziona correttamente, anche se l’effetto è limitato dalla luminosità massima del dispositivo. I benefici dell’HDR si notano più in termini di estensione del colore e dettaglio nelle alte luci (molto meno nelle ombre, classico punto debole dei proiettori), piuttosto che nella dinamica complessiva.
In altre parole: il supporto c’è, ma va interpretato più come una compatibilità tecnica che come garanzia di effetto “wow”.
Ultima nota sul rumore. Photon Go non è un proiettore silenzioso: l’azienda dichiara 35db massimi, ma secondo un banale fonometro per smartphone sono anche intorno ai 45db, con alimentatore collegato.
Con la ventola al massimo regime, il rumore è udibile nelle scene silenziose anche a un paio di metri di distanza dal proiettore. In portabilità la velocità è ridotta, ma non assente, e comunque ci sarebbe piaciuta una maggiore quiete anche da alimentato, considerando poi che è la modalità in cui il proiettore verrà usato di più.
L’asso nella manica: Google TV
Uno degli aspetti più interessanti di Optoma Photon Go è la presenza di Google TV, che lo rende a tutti gli effetti un dispositivo autonomo per lo streaming. Non è necessario collegare chiavette esterne o box multimediali: tutto ciò che serve è già a bordo, incluse le principali piattaforme come Netflix, Prime Video, Disney+, YouTube e molte altre, scaricabili direttamente dal Play Store.
Se in un proiettore fisso questa comodità è relativa, in uno portatile assume tutto un altro fascino.
Il sistema è basato su Android TV 11 con patch di ottobre 2024 nel momento in cui stiamo scrivendo: non il più aggiornato che ci sia, ma del resto è quasi impossibile notarlo in termini di usabilità.
L’interfaccia per la verità non è la più fluida che abbiamo mai provato, ma almeno ci sono 32 GB di memoria interna, che sono ben di più della media dei classici dongle con Fire TV / Google TV. E sia chiaro poi che nello streaming la riproduzione è sempre fluida, anche perché la risoluzione nativa di ferma a 1080p.
È L’autonomia?
La batteria integrata consente di usare Photon Go anche lontano da una presa di corrente, ma l’autonomia è piuttosto limitata: anche con impostazioni standard è quasi impossibile riuscire a coprire un intero film.
L’azienda dichiara 90 minuti di autonomia, ma si raggiungono proprio a pelo e solo in determinate condizioni.
L’uso a batteria è quindi più da intendersi come tampone o per una serie TV, piuttosto che come uno scenario davvero comune. Il proiettore può comunque essere alimentato tramite l’alimentatore USB-C da 100 W, incluso in confezione.
L’uso della USB-C è un’ottima notizia, perché in un ipotetico viaggio consente di risparmiare sul numero di caricabatterie da portare con sé.
Più generosa la durata in modalità speaker Bluetooth, che si attesta intorno alle quattro ore. In questo caso il consumo energetico è ridotto, e l’uso è più comodo in mobilità, anche se, come già detto, la resa audio non è paragonabile a quella di un diffusore dedicato.
Prezzo
Optoma Photon Go ha un prezzo di 999 euro, con lancio previsto nel corso del mese corrente, quindi per adesso non ci sono offerte particolari da segnalare (ma per quelle c’è sempre il nostro canale Telegram).
Si tratta di una cifra significativa, soprattutto nel contesto dei videoproiettori portatili, dove la maggior parte dei modelli compatti e basati su LED si colloca in una fascia di prezzo più bassa.
Il prezzo può quindi sembrare elevato, ma va valutato in rapporto a ciò che effettivamente offre Photon Go. In particolare, è uno dei pochi modelli portatili (l’unico?) che unisce autonomia a batteria (molti proiettori portatili sono solo piccoli, ma del tutto privi di batteria), integrazione con Google TV, e un sistema di proiezione laser con ottica UST. E solitamente i proiettori a tiro ultra corto costano molto più di così.
Detto questo, non è un prodotto adatto a tutti. Chi cerca un proiettore da usare spesso in mobilità, che sia rapido e flessibile, potrebbe trovare più pratici e tolleranti altri modelli a ottica standard, anche a costo di sacrificare parte della qualità visiva.
Viceversa, per chi vuole un proiettore UST “da salotto”, magari per esigenze di spazio ridotte, o prevede pochi spostamenti (es. da casa in città a casa al mare), e non vuole spendere per soluzioni più professionali, Photon Go rappresenta una proposta interessante. Attenzione però, perché a questa cifra si trovano anche proiettori tradizionali a risoluzione 4K e con maggiore luminosità, che potrebbero rimescolare le carte in tavola. Date un’occhiata alla nostra pagina dei migliori proiettori per un rapido raffronto.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Optoma, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.
Giudizio Finale
Optoma Photon Go
Optoma Photon Go è un dispositivo interessante, che tenta di conciliare due esigenze difficili da far coesistere: la qualità visiva da home cinema e la portabilità di un proiettore compatto. Da un lato, offre una resa cromatica convincente, una piattaforma smart completa di Google TV e un’ottica UST che consente di proiettare in spazi molto ristretti. Dall’altro, proprio quest’ultima caratteristica, il tiro ultracorto, impone condizioni d’uso ben precise, rendendolo meno flessibile di quanto ci si aspetterebbe da un prodotto portatile.
Nel quotidiano, Photon Go funziona bene quando viene usato in ambienti stabili, su superfici livellate e con una parete adatta (o meglio ancora uno schermo ALR). In queste condizioni, l’esperienza è solida e gratificante. Ma ogni volta che lo si sposta, va riposizionato con precisione, e questo ne limita la vocazione realmente mobile. A questo si aggiunge un’autonomia che senza l’uso dell’alimentatore difficilmente permette di arrivare in fondo a un film, vanificando in parte lo sforzo di renderlo così compatto.
In definitiva, è un proiettore adatto a chi ha esigenze abbastanza specifiche: poco spazio, necessità di una soluzione compatta ma completa e di qualità, e la disponibilità a gestire con attenzione l’ambiente (o gli ambienti) di utilizzo. Meno adatto, invece, per chi cerca un semplice proiettore portatile da portare spesso con sé o, viceversa, un rimpiazzo per la TV di casa.
Voto finale
Optoma Photon Go
Pro
- Ottima resa cromatica
- Ottica UST
- Google TV
- Batteria integrata e modalità speaker Bluetooth
Contro
- UST e mobilità non vanno troppo d’accordo
- Autonomia video limitata
- Ventola fin troppo presente
- Prezzo non concorrenziale
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