Campania

Opportunità di far crescere la produzione e salvare posti di lavoro


“Abbiamo coniugato l’opportunità di aumentare la produzione e con quella dei lavoratori che hanno visto salvare lo stabilimento e i posti di lavoro”. Così Aniello Stellato, patron della Tme di Portico di Caserta, commenta l’acquisizione dello stabilimento Jabil di Marcianise con la newco Tma di cui è socia al 45% Invitalia mentre il restante 55% è appunto in capo alla Tme.

Le tappe dell’acquisizione

“Ho iniziato in questo sito che oggi stiamo acquisendo e voglio che questo sia un progetto di successo”, esordisce Stellato nel corso di una conferenza stampa convocata all’Hotel Cavalieri di Caserta alla quale hanno preso parte i responsabili Hr di Tme e Tma (Domenico Oliviero e Antonio Palumbo) e il responsabile legale di Tme Antonio Acconcia. 

Stellato ha ripercorso le tappe che hanno portato all’acquisizione. “Quando è iniziato il ricollocamento dei lavoratori Jabil eravamo in 3 ma si parla solo delle due fallite e non di noi – dice ancora Stellato – Tra il 2021 e il 2022 venne da noi l’ex viceministro Todde e si firmò un accordo per la ricollocazione di 250 persone. Mentre si faceva questo progetto, nel 2023, Jabil ci fece capire che intendeva chiudere lo stabilimento di Marcianise. Così abbiamo presentato un piano industriale ma Jabil ha voluto fortemente che ci fosse il governo”. In questo modo nella newco c’è stato l’inserimento di Invitalia (società del Ministero dell’Economia) che “ci ha rivoltato come un calzino” e alla fine “c’è stato il parere favorevole”.

“Eravamo in quattro a voler acquisire Jabil – incalza Stellato – ma le altre tre proposte sono state tutte bocciate”. Decisiva, per l’acquisizione da parte di Tma, la mediazione di un manager Jabil, “Bruno Soler che ha fatto da garante a questo progetto”, rivela ancora Stellato.

“Entro settembre l’ingresso dei lavoratori. A fine mese entrerà Invitalia”

Dal primo agosto, dunque, Tma è subentrata ufficialmente. O meglio la Tme mentre “Invitalia entrerà entro il 30 settembre come deliberato lo scorso mese di febbraio”. Nel frattempo, nello stabilimento di Marcianise sono iniziate le operazioni di ‘trasferimento’ dei sistemi informativi. A oggi il 15% degli ormai ex lavoratori Jabil è già in servizio mentre il resto del personale è in ferie ‘forzate’ “essendo ferma la produzione”, spiega il responsabile Hr Antonio Palumbo. “Entro il primo settembre – aggiunge Stellato – A scaglioni contiamo di completare l’inserimento dei dipendenti”.

La dote di Jabil

Nel frattempo Jabil resterà a Marcianise in una sorta di “affiancamento” della Tma. “Non solo i passaggi informatici ma anche l’assistenza per i clienti più importanti come ad esempio Pirelli – chiarisce Stellato – Inoltre, Jabil ci passerà anche dei clienti che loro non ritengono strategici ma che sono realtà con fatturati tra i 30 e i 40 milioni mentre anche l’approvvigionamento dei materiali sarà curato da Jabil per i prossimi 3 anni”.

E proprio la dote di Jabil e la presenza di Invitalia rappresentano, o almeno dovrebbero farlo, le garanzie per i lavoratori. “Siamo fieri ma anche carichi. Non vediamo l’ora di iniziare a lavorare – dice ancora Stellato – C’è concretezza, voglia di lavorare e di crescere”.

Dalla difesa alle ferrovie: le commesse d’oro su cui vuol puntare la newco

Il manager della newco precisa che nel futuro prossimo “si lavorerà in continuità ma anche con nuove commesse, in particolare su tre grossi comparti: difesa, ferrovie e mobilità/sicurezza”, dice ancora Stellato: “per ora il nostro mercato di riferimento è quello italiano ed europeo ma dal 2026 contiamo di iniziare anche a guardare all’estero, come ad esempio al sud est asiatico che è in forte espansione”. Per farlo, comunque, “La sede di Portico non chiuderà ma nel giro di cinque anni l’80% della produzione passerà a Marcianise mentre a Portico si manterrà la parte ingegneristica”.

L’appello ai lavoratori: “Ascoltare quello che intendiamo fare”

Stellato, poi, chiarisce anche l’utilizzo degli ammortizzatori sociali con “il riassorbimento di tutti i lavoratori che avverrà in due o tre anni”. Il piano prevede una cassa integrazione a rotazione per 150 dipendenti nel 2025, che poi diventeranno 100 e 50 nel 2026 e nel 2027. Ma il manager è fiducioso: “In 24 mesi contiamo di andare a regime”. Infine l’appello ai lavoratori: “E’ il momento di sederci e ascoltare quello che si sta facendo e quello che si dovrà fare. Dobbiamo solo lavorare, che è la cosa più importante, per far crescere insieme questa realtà”.


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