Politica

Opetaia manda ko Squeo, poi segue operazione e convalescenza dell’avversario

Se Claudio Squeo, massimo leggero di Molfetta, domenica mattina avesse sconfitto in Australia un fuoriclasse come Jai Opetaia, realizzando l’impresa di conquistare la cintura mondiale IBF, alcuni sceneggiatori di Hollywood avrebbero potuto riscrivere il secondo episodio di Cinderella Man. Tale era alla vigilia la disparità tecnica e fisica tra il campione australiano e il ragazzo pugliese, che arrivava imbattuto al match di una vita, dopo 17 incontri e con in bacheca un titolo italiano e un europeo IBF. Nonostante quattro round in cui ha boxato con intelligenza e generosità, non è purtroppo andata come nel film, tratto da una storia vera, con Russell Crowe. Un pugno preciso di Opetaia al quinto assalto ha rotto in due punti la mandibola di Squeo, che ha perso così per ko tecnico. Ma qui entriamo in un’altra storia da Oscar. Ricoverato in ospedale a Gold Cost per l’intervento chirurgico (riuscito perfettamente, per fortuna) maxilo-facciale, Squeo ha trovato nella sua camera regali da parte dell’avversario, che ha pensato non solo di far sentire la propria vicinanza ma anche di essere presente con pensieri che in situazioni d’emergenza come queste sono d’aiuto: un pigiama, una tuta e del vestiario per questi giorni di convalescenza, ovviamente non programmati.

Il pugilato regala continuamente racconti simili, la sera prima Ivan Zucco è uscito sconfitto in Inghilterra da un match bello e drammatico con Callum Simpson, ora campione europeo dei supermedi. Il giorno dopo, un po’ ammaccati entrambi, hanno passato il pomeriggio, insieme alle rispettive compagne, in giro per la città di Barnsey, indossando tutti e due la t-shirt del Team Zucco. L’amicizia nasce di frequente tra due atleti che dividono il quadrato per alcune decine di interminabili minuti a darsi cazzotti. Del resto la boxe non viene definita anche la Noble Art? Appena dopo l’operazione, Squeo, che al momento non riesce a parlare, ha scritto sui Social queste belle parole dirette all’avversario: “Poco fa sono uscito dalla sala operatoria, per ripristinare la due fratture che ho subito alla mandibola nel match. L’intervento è andato benissimo. Sto bene! – ha detto il pugile – Tutto ciò è stato possibile grazie al team di Opetaia che mi sta trattando come un fratello. Mi hanno portato da Shannon Webber, il miglior chirurgo che si trova in Australia – ha spiegato – Ho saputo che Opetaia subito dopo il match si è preoccupato delle mie condizioni e ha detto al suo team di prendersi cura di me in tutti i modi. Questo – ha concluso Squeo – ci fa capire chi è Jai Opetaia, oltre che un fenomeno come pugile un vero uomo, dotato di grande sensibilità e cuore. Oltre alla stima, il team di Opetaia mi è entrato nel cuore e gli vorrò per sempre un bene immenso“.

L’allenatore di Squeo, Nicola Loiacono, che alla vigilia aveva studiato il match nei dettagli, è dovuto tornare a casa per motivi di lavoro. “Dal mio angolo – racconta il maestro al ilfattoquotidiano.it– ho sentito un rumore strano, come uno schiaffo. Ho capito che si era rotto qualcosa. Prendere quel colpo preciso di Opetaia è stato un errore, Claudio doveva evitare le corde. Comunque era lucido e vigile e se non avesse preso quel pugno, all’ottava avremmo provato a vincere. Vedevo il padre di Opetaia già agitarsi all’angolo. Va detto che parecchi altri pugili di livello mondiale con Opetaia sono andati giù ben prima di Claudio”. Con Squeo è rimasto in Australia un amico bresciano che vive lì. Già nel prossimo weekend dovrebbe volare a Bari e con calma tornare a lavorare in palestra, ovviamente senza prendere colpi per i primi tempi. In Australia si è fatto ben volere, sia dentro che fuori dal ring e infatti si parla già di un altro match magari con il neozelandese David Nyka.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »