Lazio

Operazione Geronimo e quella manina dietro i dossier sui La Russa – Il Tempo


Le rivelazioni dell’ex poliziotto Gallo morto il 6 marzo scorso «Pazzali voleva che facessi ricerche sul figlio più grande»

Rita Cavallaro

Le ultime rivelazioni del super poliziotto aprono una strada che porta ai mandanti di quel sistema di spionaggio e dossier per tentare di ricattare top manager e politici. Un quadro allarmante che Carmine Gallo, prima di morire d’infarto il 9 marzo scorso portando con sé i segreti nella tomba, ha delineato ai magistrati milanesi. Ha fatto nomi, ha raccontato dettagli e, soprattutto, ha tracciato la figura di Enrico Pazzali, presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano e suo socio titolare di Equalize, l’uomo al centro dell’inchiesta che, per gli inquirenti, avrebbe utilizzato i dati sottratti dalle banche dati «per danneggiare l’immagine dei competitors professionali e imprenditoriali» o per colpire gli «avversari politici di lui» o «di persone a lui legate», scrivono gli investigatori.

 

Pazzali aveva chiesto di spiare Ignazio La Russa, oggi seconda carica dello Stato, e la sua famiglia, in particolare il figlio Geronimo. La richiesta del capo di Equalize è diretta a Gallo, ma su un input esterno: qualcuno voleva tutte le informazioni, soprattutto quelle patrimoniali, su Geronimo. Una richiesta di dossieraggio che arrivava proprio nei tempi in cui il nome di Geronimo girava, coperto dal riserbo, tra i corridoi del ministero della Cultura, all’epoca in mano a Gennaro Sangiuliano, come papabile per la poltrona strategica di consigliere, a titolo gratuito, nel Cda del Piccolo Teatro di Milano. Pazzali «mi ha chiesto informazioni», ha confessato Gallo dipingendosi come un succube del socio, nonché di effettuare accessi abusivi allo Sdi su «La Russa» e il «figlio di La Russa» e «m’ha detto che gliele aveva chieste (…) “una persona a cui non posso dire di no”», ha messo a verbale il super poliziotto.

 

Attorno a questa perifrasi si innesta la caccia ai mandanti: gli inquirenti stanno ricostruendo tutti i contatti di Pazzali per stringere il cerchio attorno alle persone alle quali il presidente di Fiera non avrebbe potuto negare un favore così prezioso. Quella richiesta avrebbe una data precisa, il 19 maggio 2023, all’indomani della notte in cui l’altro figlio Leonardo Apache aveva trascorso la serata con una ragazza che presenterà una denuncia per stupro solo 40 giorni dopo. Gallo, riassumono i pm negli atti dell’inchiesta in merito alle dichiarazioni del super poliziotto, si era chiesto se la «richiesta di Pazzali» fosse «correlata» alla «nota vicenda» di Leonardo Apache dei presunti abusi. Gallo sostiene di essersi rifiutato di fare quegli accessi, perché inserire nel sistema il nome del presidente del Senato avrebbe fatto scattare un alert che rischiava di accendere un faro sugli spioni che dossieravano all’ombra del Duomo.

Ma analizzando le intercettazioni degli hacker sulla vicenda La Russa, sembra invece che la richiesta di Pazzali, avanzata da un mandante al quale «non poteva dire di no», fosse direzionata verso il figlio grande di La Russa e probabilmente per intralciare, con il solito sistema del dossieraggio e il conseguente scandalo mediatico, la scalata di Geronimo al Piccolo.


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