Scienza e tecnologia

OpenAI Atlas: il primo browser con ChatGPT integrato e la modalità agente, disponibile ora per macOS

OpenAI ha appena lanciato ChatGPT Atlas, un browser web con l’intelligenza artificiale integrata in modo nativo. Non parliamo di un’estensione o di un plugin, ma di un vero browser costruito da zero con ChatGPT al centro.

L’idea è semplice: portare l’assistente AI direttamente dove lavoriamo, navighiamo e cerchiamo informazioni, eliminando il fastidio di copiare, incollare e cambiare continuamente scheda.

Atlas promette di capire cosa stiamo facendo e di aiutarci sul momento, ricordando dettagli delle nostre sessioni di navigazione e persino automatizzando attività ripetitive. Funzionerà davvero o sarà l’ennesimo specchietto per le allodole?

Il browser empatico

La novità principale che distingue Atlas dagli altri browser è che ChatGPT vede quello che vediamo noi. Quando navighiamo su una pagina, possiamo cliccare su “Ask ChatGPT” e aprire una sidebar laterale per fare domande, chiedere riassunti o ottenere spiegazioni senza mai lasciare il sito. L’AI legge il contenuto della pagina in tempo reale, quindi non serve più fare screenshot o copiare testi per avere risposte contestuali.

Ma non finisce qui. Atlas introduce le browser memories, una funzione opzionale che permette a ChatGPT di ricordare dettagli dai siti che visitiamo. In pratica, possiamo chiedere cose come “trova tutti gli annunci di lavoro che ho guardato la settimana scorsa e crea un riepilogo delle tendenze del settore“. Oppure “riapri le scarpe che guardavo ieri“. L’AI recupera le informazioni e le organizza per noi.

Non poteva mancare l’assistente durante la scrittura: quando digitiamo in un campo di testo, ChatGPT può suggerire modifiche, riformulare frasi o migliorare il tono. Utile per email, post sui social o documenti collaborativi.

La schermata iniziale di Atlas funziona come un mix tra motore di ricerca e chat. Possiamo digitare una domanda o un URL e ottenere risultati organizzati per categorie: link, immagini, video e notizie. Tutto in un’unica interfaccia, senza dover aprire mille schede.

Agent mode: ChatGPT lavora per noi

Ma dove le cose si fanno (potenzialmente molto) interessanti è con la modalità agente.

 ChatGPT può davvero prendere il controllo e fare cose al posto nostro. Immaginiamo di voler organizzare una cena: possiamo dargli una ricetta e chiedergli di trovare un supermercato online, aggiungere tutti gli ingredienti al carrello e completare l’ordine. Oppure al lavoro, possiamo chiedergli di aprire documenti del team, fare ricerca competitiva e compilare un report.

Quando attiviamo l’agent mode, ChatGPT apre schede, clicca su pulsanti e naviga tra le pagine come faremmo noi. L’esperienza è ancora in anteprima e disponibile solo per utenti Plus, Pro e Business. OpenAI ammette che può commettere errori su flussi complessi, come del resto abbiamo già verificato nella modalità agente di ChatGPT stesso, ma promette miglioramenti rapidi su affidabilità e velocità.

Ovviamente, dare a un’AI il permesso di agire per nostro conto solleva questioni di sicurezza. OpenAI ha messo dei paletti: l’agent non può eseguire codice nel browser, scaricare file o installare estensioni.

Non accede ad altre app o al file system del computer. Su siti sensibili come quelli finanziari, si ferma e aspetta la nostra supervisione.

Resta però un rischio reale: gli agenti AI possono essere ingannati da istruzioni malevole nascoste in pagine web o email, che potrebbero spingerli a rubare dati o compiere azioni non volute. OpenAI ha fatto migliaia di ore di red-teaming e ha progettato protezioni adattabili, ma nessun sistema è infallibile. Chi usa l’agent mode dovrebbe monitorarlo, evitare di dargli accesso a dati troppo sensibili e considerare la modalità logged-out quando possibile.

Come scaricare Atlas

OpenAI promette di migliorare Atlas col passare del tempo e di essere già al lavoro su profili, ulteriori tool per sviluppatori e altro. Le future note di rilascio saranno pubblicate in questa pagina, dove sono già state inserite quelle relative alla prima versione.

Prima versione che, purtroppo, è disponibile solo per macOS. È possibile scaricarla liberamente da chatgpt.com/atlas⁠, dove saranno disponibili anche le versioni per Windows, iOS e Android, quando saranno rilasciate (nessun commento in merito, per ora).

Dopo Comet di Perplexity, OpenAI prova il suo affondo in un mondo dominato da Chrome, che per altro ha già introdotto automazioni simili, anche se per ora non in Italia. Sarà interessante vedere come si evolveranno questi browser nei prossimi mesi, perché da un lato la “pigrizia” di avere l’AI sempre a portata di mano è allettante, ma dall’altro nel browser di ciascuno di noi ci sono talmente tante informazioni sensibili e la navigazione sul web può nascondere così tante insidie, che magari fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.


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