Onorevoli di Calabria: Quinto Quintieri
Chi sono gli Onorevoli di Calabria, scopriamo le biografie dei parlamentari che dal 1946 ad oggi hanno rappresentato i calabresi nell’Assemblea costituente e in Parlamento, conosciamo Quinto Quintieri
Tra le (tante) personalità calabresi che fecero parte dell’Assemblea costituente, l’unica ad avere un consolidato profilo economico e finanziario è stato Quinto Quintieri. Era nato nel 1894 a Sorrento, dove i suoi genitori si trovavano di passaggio. Il padre Luigi, un ricco proprietario terriero di una famiglia dell’alta borghesia calabrese stabilitasi a Carolei introno al XVII secolo, insegnava scienze naturali. La madre Emma Capocchiani apparteneva a una nobile e facoltosa famiglia del crotonese, che al momento del trasferimento dei Quintieri a Napoli avrebbe aperto molte strade al marito grazie alle sue relazioni.
Poco prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale, il giovane Quinto si iscrive alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli. Si sarebbe però laureato solo molti anni dopo, essendo rimasto sotto le armi dal 1916 al 1924.
Il suo debutto nel mondo del lavoro è stato come impiegato nella Banca di Calabria, fondata nel 1910 a Napoli dal padre, che ne era il Presidente. Nel 1935, alla scomparsa del genitore, gli subentra alla guida dell’istituto di credito, lavorando alacremente per intensificarne le attività ed estenderle a tutto il Mezzogiorno. Ma non c’era solo la Banca. Il patrimonio della famiglia Quintieri comprendeva un gran numero di attività e di società operanti nei settori più vari, dalla macinazione dei cereali alla gestione dei vasti possedimenti fondiari, dall’immobiliare alle conserve alimentari.
L’ESORDIO IN POLITICA E L’ATTIVITÀ COME MINISTRO NEL SECONDO GOVERNO BADOGLIO
Durante il fascismo, non si interessa di politica e si tiene sempre in disparte rispetto a apparati e rituali del regime. Ma nel giugno 1944 la sua nota fede liberale gli vale la nomina a Ministro delle Finanze (con responsabilità anche sul Tesoro) nel secondo Governo Badoglio, il primo con la partecipazione dei partiti politici dopo la caduta di Mussolini. In questa veste, Quintieri si occupa della prima embrionale ricostruzione del tessuto finanziario e industriale del Paese.
Sarà poi a capo della prima missione economica italiana negli Stati Uniti, dal novembre del 1944 al marzo del 1945, per avviare la negoziazione degli aiuti economici del Governo e delle banche statunitensi all’Italia. Con un’azione definita “rottura di ghiaccio”, Quintieri riesce ad aprire al Paese la strada dei flussi finanziari necessari alla ricostruzione post-bellica, che poi si sostanzieranno nel famoso Piano Marshall. Della delegazione, tra gli altri, faceva parte anche Enrico Cuccia, allora condirettore della Banca commerciale italiana e futuro patron di Mediobanca.
LEGGI LE BIOGRAFIE DEGLI ONOREVOLI DI CALABRIA
Sempre nel 1944, fonda a Napoli “Il Giornale”, da un’idea di Benedetto Croce che voleva un quotidiano di idee liberali. Ben presto la testata si fa notare per la tiratura importante e i collaboratori di prestigio, divenendo una voce autorevole per tutti gli ambienti culturali del sud Italia, mentre la tipografia presso cui viene stampata è una delle tante imprese che fanno capo allo stesso Quintieri. Le pubblicazioni sarebbero proseguite fino al 1957.
ONOREVOLI DI CALABRIA, QUINTO QUINTIERI ELETTO NELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
Eletto all’Assemblea costituente con quasi 14 mila preferenze, nel corso dei lavori, a cui partecipa attivamente, si occupa della tutela del risparmio e del valore della moneta, della regolamentazione dello sciopero per tentare di evitarne abusi ed eccessi, del diritto dei lavoratori a partecipare alla gestione delle aziende per ridurre le frizioni tra capitale e lavoro e, con grande modernità, propone l’assistenza pubblica per l’istruzione elementare. Nel 1948 non è rieletto, ma intanto collabora con Roberto Lucifero nella segreteria del Partito liberale.
Il mancato ingresso in Parlamento, paradossalmente, è forse la sua fortuna. Nel 1949 è vicepresidente confederale di Confindustria e in questo ruolo stabilisce solidi contatti con gli ambienti industriali e finanziari francesi, tanto che nel 1951 diventa presidente dell’Unione degli industriali dei sei Paesi della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Nel 1952 è meritoriamente nominato cavaliere del Lavoro. Dalla fine degli anni Cinquanta, si ritirò a vita privata in Svizzera, per poi morire, celibe e senza figli, nel 1968 a Ginevra. Chi lo conobbe lo definì coltissimo, gentile ed onesto.
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