Salute

Ondata di vendite sui titoli di Stato statunitensi. Il rendimento del decennale sfiora il 4,6%

Titoli di Stato Usa ancora sotto forte pressione. Il rendimento del decennale ha sfiorato il 4,6% con un incremento di 14 punti base. Un trentennale paga quasi il 5%. Nell’ultimo mese i rendimenti sono saliti di 28 punti base, ossia un aggiunta di 0,28%. La settima che si chiude si annuncia così come la peggiore dal 2019. L’aumento del rendimento significa, in realtà, che il valore del titolo sta scendendo e ciò accade perché le vendite sono più degli acquisti. Il rendimento è infatti fisso in cifra assoluta ma viene espresso come percentuale del valore del titolo.

Tradizionalmente asset ultra sicuri, con un rischio di mancato rimborso pressoché nullo, i titoli di Stato Usa sono il basamento su cui è costruito il sistema finanziario. La vastità del mercato fa si che, in teoria, ci sia sempre qualcuno pronto a comprare se qualcun altro vende, senza che ciò influisca eccessivamente sui prezzi. Un assunto quasi mai entrato in crisi, fatta eccezione per la fase più critica della pandemia, quando tutti volevano soltanto dollari, e la Federal Reserve (la banca centrale statunitense) è stata costretta a entrare sul mercato come compratore.

Secondo diversi analisti, con le imprevedibili decisioni di Donald Trump, i Treasury sono però sempre più scambiati come asset rischiosi, con gli investitori che li scaricano così come fanno con i titoli azionari. “Il problema che i mercati si trovano ad affrontare è la perdita di fiducia nella politica monetaria statunitense“, ha affermato a Bloomberg Kathy Jones , responsabile della strategia del reddito fisso di Charles Schwab. “I bruschi cambiamenti nella politica tariffaria hanno causato il fallimento delle operazioni con leva finanziaria”, aggiunge.

Sono operazioni speculative in cui gli acquisti di titoli azionari sono fatti con soldi ottenuti in prestito dando in come garanzia i titoli di stato. Quando queste operazioni vengono “smontate”, i titoli di Stato vengono venduti per poter restituire il denaro. C’è molta attenzione sulla situazione degli hedge funs, fondi speculativi specializzati in queste ed altre operazioni, che potrebbero trovarsi in difficoltà. La netta flessione del dollaro nei rapporti con euro, sterlina o franco svizzero sembra confermare una diffusa diffidenza verso gli asset a stelle e strisce. In questo momento ad essere preferito come asset rifugio è il bund, il titolo di Stato decennale tedesco.

Rendimenti in rialzo protratti nel tempo, significano anche un incremento del peso del debito pubblico. Man mano che i bond arrivano a scadenza vengono infatti sostituiti da nuove emissioni che costano però di più in termini di interessi da pagare ai sottoscrittori. Un intervento della Federal Reserve sui tassi può certamente alleggerire la pressione, ma le mosse della banca centrale incidono direttamente soprattutto sui titoli a breve scadenza mentre su quelli a lunga le dinamiche di mercato hanno una forza maggiore.Indirettamente l’aumento dei tassi potrebbe farsi sentire su tutte le forme di finanziamento, inclusi mutui immobiliari, prestiti al consumo e carte di credito.

I maggiori possessori al mondo di titoli di Stato Usa sono il Giappone (un controvalore di oltre mille miliardi di dollari) e la Cina (800 miliardi). Nei giorni scorsi è circolata l’ipotesi che vendite siano arrivate anche da questi paesi come forma di pressione sulla Casa Bianca per ammorbidire la linea sui dazi. Cosa che è in parte poi accdauta seppur non nei confronti della Cina.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »