Basilicata

Omicidio Filippo Ceravolo, la famiglia chiede l’esistenza di sviluppi investigativi

A 13 anni dall’uccisione di Filippo Ceravolo, una nuova iniziativa della famiglia tramite l’avvocato Michele Gigliotti che si rivolge alla Dda di Catanzaro per chiedere l’esistenza di sviluppi investigativi


SORIANO (VIBO) – Una verità che attende da 13 anni. Tanti, troppi. Lo sconforto e la rabbia per una archiviazione inaspettata e mai accettata nonostante la presenza di nominativi all’interno dell’informativa dei carabinieri. E quel dolore lancinante e costante, come il ticchettio delle lancette di orologio che scandiscono il tempo, sempre più insopportabile, travolgente con l’incedere del tempo per quella perdita incolmabile.

L’ISTANZA DELLA FAMIGLIA DI FILIPPO CERAVOLO ALLA DDA DI CATANZARO

Martino Ceravolo, nonostante tutto, la speranza che un giorno gli autori dell’uccisione dell’amato figlio Filippo, avvenuta la sera del 25 ottobre 2012, tra Soriano e Vazzano, non l’ha persa. Lui si batte, si impegna, tiene viva la memoria del figlio vittima incolpevole e riconosciuta di mafia in ogni occasione. Ma gli incontri, le denunce, le ospitate in tv o sui giornali non bastano. Serve un’azione giudiziaria ed è quella che ha avviato il suo legale di fiducia, l’avvocato Michele Gigliotti che lo segue ormai da anni, con una istanza presentata il 22 aprile per conto di Martino indirizzata al nel procuratore della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio. 

Una richiesta semplice ma diretta: conoscere lo stato del procedimento penale sull’uccisione di Filippo – archiviato nel 2015 – e sapere se, nel frattempo tempore, siano emerse nuove fonti di prova o nuovi elementi di indagine, non conosciuti all’epoca delle pregresse investigazioni, incluse le rivelazioni dei collaboratori di giustizia, positivamente valutati ai fini della riapertura delle indagini e sufficienti a sostenere un rinnovato progetto investigativo da parte degli organi inquirenti. Da qui, pertanto, la richiesta anche di formale colloquio con il magistrato.

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Filippo Ceravolo

QUANDO PAPA FRANCESCO BENEDÌ LA FOTO DI FILIPPO

E in occasione della scomparsa di Papa Francesco, Martino Ceravolo ha voluto ricordare il toccante incontro avuto con li Pontefice il 21 marzo 2014 nel corso di una veglia nella parrocchia di San Gregorio VII a Roma, in cui gli mostrò la foto di Filippo: “E’ stata una emozione intensa – ha raccontato – vedere Papa Francesco, stringergli la mano e raccontargli in quei pochi istanti di mio figlio. Gli dissi: “Santo Padre, lui è Filippo, la ‘ndrangheta me l’ucciso, è una vittima innocente”. Lui guardò la foto, la accarezzò e la benedì”.

Martino si sofferma poi sulla tanto attesa svolta nelle indagini che purtroppo tarda ad arrivare: “Sono passati 13 anni e aspettiamo ancora una notizia che fino ad oggi non è arrivata. Capisco bene che le indagini debbano essere condotte senza il rischio che vengano minate successivamente ma come familiari di un ragazzo di appena 19 anni ucciso per errore il tempo sembra non passare mai. Ed è per questo che l’avvocato Gigliotti ha inoltrato quella istanza. Vogliamo capire se dopo quella dolorosa archiviazione del 2015 – data in esclusiva dal Quotidiano del Sud – ad oggi ci siano stati sviluppi anche alla luce degli ultimi collaboratori di giustizia”.

L’APPELLO ALLA POLITICA A MANTENERE VIVO IL RICORDO

La fiducia nella magistratura c’è ancora ma c’è anche la delusione di Martino e dei suoi cari che hanno deciso, per il 4 maggio, data del compleanno di Filippo, di festeggiare l’evento in forma privata. Un messaggio che vuole lanciare verso la politica alla quale chiede da un lato l’applicazione di una legge regionale che prevede una occupazione per i familiari delle vittime innocenti di ’ndrangheta e dall’altro maggiore coinvolgimento di se stessa e delle persone nel celebrare il ricordo di un ragazzo ucciso a soli 19 anni e le cui ultime iniziative, a Soriano, hanno visto una scarsa presenza di gente, contrariamente – spiega – a quanto avvenuto nei comuni vicini come Gerocarne, con l’apposizione nel 2022 di una targa commemorativa all’entrata del campetto sportivo, e due anni l’organizzata di una partita commemorativa, oppure Dasà con l’intitolazione del campo di calcetto situato all’interno dell’edificio scolastico del paese su iniziativa del Comune.


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