Umbria

Omicidio Cumani, il papà: «Tra gli aggressori addetti alla sicurezza»


di M.T.

È ancora dolore e incredulità quella che trapela dalle parole del papà di Hekuran Cumani, 23 anni, ucciso con una coltellata nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 ottobre nei pressi della zona universitaria di Perugia. In un’intervista rilasciata al Tgr Umbria, il padre ha raccontato con rabbia e commozione: «Stanno tutti male, non abbiamo parole».

Hekuran si trovava in quella notte assieme al fratello Samuele e ad alcuni amici, in arrivo da Fabriano. Il gruppo intendeva far colazione dopo una serata. Il papà spiega: «Stavano uscendo per andare a fare colazione e vengono questi due gruppi che erano anche i body guard del locale. Un gruppo è andato da quell’altro e un gruppo è andato da lui (il riferimento sarebbe ai due figli ndr). L’hanno accoltellato, lui è cascato per terra, quello ha corso per salvare suo fratello che l’ha visto per terra e mentre è andato lì, è cascato per terra, è finito tutto».

Ha poi aggiunto: «Quelli che hanno colpito lui li ha visti, non li conosceva, non avevano nessun legame con loro. I miei figli non c’entravano nulla con loro, non avevano litigato con nessuno, avevano discusso con gli amici dei miei figli. Quando sono usciti camminavano tranquilli perché non avevano avuto problemi con nessuno, mentre camminavano vengono questi due gruppi e fanno quello che hanno fatto».

Dalle prime ricostruzioni della vicenda, è emerso che la lite — apparentemente scaturita per futili motivi — sarebbe iniziata al 100Dieci, un locale di Perugia, per poi degenerare nel parcheggio antistante il dipartimento di Matematica dell’Università di Perugia.

Gli inquirenti stanno concentrando le indagini sulla dinamica dell’evento e sull’identificazione dei partecipanti: decine i giovani già ascoltati, sono in corso verifiche su tabulati telefonici e registrazioni video, ma la mancanza di telecamere sull’area del parcheggio rende il lavoro particolarmente complesso.

L’omicidio di Hekuran Cumani ha scosso profondamente la comunità di Perugia e Fabriano — città d’origine della vittima — e riacceso il dibattito sulla sicurezza della movida universitaria. In attesa di ulteriori sviluppi e dell’esito delle indagini da parte della Procura di Perugia, la famiglia, gli amici e la città restano in cerca di verità e giustizia per una giovane vita spezzata.

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