Società

Omicidio Chiara Poggi, sarà analizzato anche il Dna delle gemelle Cappa

Saranno analizzati anche i profili genetici delle gemelle Cappa, Paola e Stefania, cugine di Chiara Poggi e non indagate, nell’ambito del maxi incidente probatorio disposto dal gip di Pavia. Con i loro, anche quelli di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti (tre amici di Marco Poggi, fratello della vittima, e di Andrea Sempio). Nessuno di loro è indagato, ma sono stati tutti coinvolti a scopo comparativo nelle nuove indagini genetiche sul delitto di Garlasco. I prelievi comprenderanno inoltre i campioni del medico legale, di carabinieri e investigatori che lavorarono sul caso fin dai primi momenti, per verificare possibili contaminazioni.

Lo ha deciso il giudice Daniela Garlaschelli durante l’udienza di conferimento degli incarichi ai periti, che si è tenuta in Tribunale a Pavia. La nuova fase dell’inchiesta ruota attorno all’analisi di tracce biologiche – rinvenute sotto le unghie di Chiara, ma non solo – rimaste senza attribuzione certa e oggi riesaminate con tecnologie più avanzate. L’unico indagato al momento è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere ed è attualmente in semilibertà.

La nuova lista di persone sottoposte a prelievo genetico nasce da una richiesta della difesa di Stasi, accolta dal giudice. Come spiegano gli avvocati delle varie parti all’uscita dell’udienza: «La difesa di Stasi ha chiesto e ottenuto di estendere l’acquisizione di Dna ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena del delitto. Tra questi vi sono le gemelle Cappa, Marco Panzarasa, carabinieri che hanno indagato in casa, soccorritori, e altri anche per contaminazione indiretta. In tutto una decina di persone, alcune estranee alle indagini. L’acquisizione dei Dna non prevede infatti automaticamente che i soggetti vengano indagati».

Sette i quesiti affidati ai periti, tutti di natura genetica, con l’obiettivo di stabilire se le tracce repertate appartengano a qualcuno tra i nuovi soggetti esaminati, o se confermino la presenza di individui già esclusi in passato.

Parallelamente, l’attenzione degli inquirenti resta alta anche sul martello rinvenuto nel canale a Tromello: un possibile oggetto compatibile con l’arma del delitto, che sarà analizzato per verificare la presenza di Dna o sangue. Gian Luigi Tizzoni, legale dei genitori di Chiara Poggi, commenta: «Non mi sorprende per niente che le indagini siano arrivate a Tromello, quello che mi sorprende è che queste cose non venissero fatte prima. Ma bene che vengano fatte. Anzi, io direi che Garlasco è piena di canali, anche vicino a casa di Stasi, perché non andare a guardare?». E ancora: «Dopo 18 anni fa specie pensare che all’epoca non scavarono nemmeno nel giardino di Stasi. È chiaro che noi siamo per la verità che è già stata accertata, non ci opponiamo agli accertamenti che devono farsi anche perché non potremmo farlo. Speriamo solo che tutto venga letto assieme a quello che è stato fatto prima altrimenti sarebbero dei lavori inutili».

Il compito di analizzare le tracce è stato affidato alla biologa forense Denise Albani, esperta della polizia scientifica e allieva del genetista Emiliano Giardina. Albani dovrà rivalutare quanto già analizzato nel 2014 da Francesco De Stefano, che all’epoca aveva ritenuto inutilizzabili i campioni prelevati. Ma una consulenza recente disposta dalla Procura di Pavia, firmata da Carlo Previderé e Pierangela Grignani, ha riaperto la questione suggerendo la possibilità di nuovi riscontri.

La difesa di Alberto Stasi guarda con attenzione al lavoro dei periti, senza affrettare conclusioni. «Oggi è una tappa importante ma ce ne saranno altre, anche d’indagine. Noi vogliamo osservare questa inchiesta ancora per molto tempo. L’ipotesi di una revisione in caso di novità per noi è al momento in secondo piano», ha dichiarato il legale Antonio De Rensis prima dell’udienza. «Ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia».


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