Omicidio Chiara Poggi: chi sono le gemelle Cappa (mai state indagate), dal fotomontaggio all’analisi del Dna
L’addio, i ricordi, un fotomontaggio appeso davanti alla villa di Garlasco. Era l’estate del 2007, pochi giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, quando le gemelle Paola e Stefania Cappa – cugine della vittima – raccontavano il dolore di quella perdita. Oggi, a quasi 18 anni dal tragico evento, i loro nomi hanno ricominciato a circolare dopo che una testimonianza – inedita e ancora anonima – ha aperto la strada a nuove indagini, con perquisizioni e comparazioni, fino al maxi incidente probatorio disposto dalla gip della Procura di Pavia.
Tra i profili genetici che saranno analizzati, ci sono anche quelli delle gemelle Cappa, le quali – va ribadito – non sono mai state indagate. «La difesa di Alberto Stasi – unico condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, ora in semilibertà – ha chiesto e ottenuto di estendere l’acquisizione di Dna ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena del delitto», hanno spiegato i legali delle varie parti. «L’acquisizione dei Dna non prevede infatti automaticamente che i soggetti vengano indagati».
L’unico indagato è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, ma per i genitori della vittima – recentemente ospiti della trasmissione Quarto Grado – il colpevole è e resta Stasi. Gli inquirenti vogliono comunque verificare la versione del nuovo testimone, che però riferisce parole sentite da qualcun altro. Nello specifico, da una persona nel frattempo deceduta – e in compagnia di un’altra persona, anch’essa morta – che gli avrebbe raccontato di aver visto Stefania arrivare a Tromello, dove c’era la casa delle nonna delle gemelle Cappa, con un borsone pesante.
Infine, si sarebbe sentito un tonfo, come quello di un oggetto pesante gettato in acqua. Ed è proprio lì, nella roggia limitrofa, che è stato rinvenuto un martello, ma trattandosi di un oggetto comune e di un ritrovamento avvenuto ad anni di distanza, la prudenza è d’obbligo. Nel frattempo il settimanale Giallo ha rivelato anche un presunto messaggio al vaglio degli inquirenti, inviato da Paola ad un amico: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Anche qui il condizionale è quanto mai d’obbligo.
Va detto inoltre che già in passato un tecnico del gas aveva raccontato di aver visto una ragazza bionda a Tromello con in mano un attizzatoio, chiamando in causa proprio Stefania, salvo poi affermare di essersi inventato tutto. «Le gemelle Cappa sono state le prime a essere messe nel mirino. In passato erano stati fatti tutti gli accertamenti su di loro: erano stati acquisiti i tabulati, sono state intercettate e preso il dna», ha ricordato a FanPage l’avvocato dei genitori Poggi. «Tutti conclusero che non c’entrarono nulla su quello che è accaduto a Chiara».
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